Fabrizio Galimberti, ཿIl Sole-24 Ore 25/1/2005, 25 gennaio 2005
Le ragioni esterne stanno nei benefici della globalizzazione. Sempre più evidenti. Galimberti: "L’ascesa di Paesi poveri come Cina e India, gli studi della Banca mondiale che correlano crescita e apertura agli scambi, la lotta alla malaria che diventa ”bene pubblico globale” (la dimensione intellettuale della globalizzazione come leva di riforma), lo stesso tsunami che riavvicina nel dolore gli abitanti del villaggio globale
Le ragioni esterne stanno nei benefici della globalizzazione. Sempre più evidenti. Galimberti: "L’ascesa di Paesi poveri come Cina e India, gli studi della Banca mondiale che correlano crescita e apertura agli scambi, la lotta alla malaria che diventa ”bene pubblico globale” (la dimensione intellettuale della globalizzazione come leva di riforma), lo stesso tsunami che riavvicina nel dolore gli abitanti del villaggio globale... tutto questo rende chiaro che la globalizzazione è un fiume che irriga le piane riarse della povertà. Come tutti i fiumi, può straripare, e quindi bisogna costruire argini e scavare il letto. Il bene e il male della globalizzazione sono diventati più chiari. Ma è anche diventato difficile scriverli su una T-shirt".