15 marzo 2005
Mandotti Roberto, di anni 41. Milanese, sposato, padre di due figli, gestiva un banco da macellaio assieme al padre
Mandotti Roberto, di anni 41. Milanese, sposato, padre di due figli, gestiva un banco da macellaio assieme al padre. Tranquillo, senza vizi, tutto lavoro e famiglia, s’entusiasmava solo davanti alle partite di pallone. Negli ultimi tempi la consorte non riusciva a capire perché fosse sempre così nervoso. Gli era che il Mandotti non pagava l’affitto per il negozio da quattro trimestri e, non si sa per quale motivo, aveva accumulato 20 mila euro di debiti coi fornitori, 50 mila con la banca e altri 120 mila con un I. Ugo, di anni 58, origini napoletane, muratore disoccupato, moglie e quattro figli, che li rivoleva indietro col 20 per cento di interesse. Lui, che non sapeva proprio come fare, aveva deciso di denunciare il suo caso. Dieci giorni fa arrivò al lavoro verso le sei, salutò i colleghi, prese un caffè, pensò che in fondo quella situazione lo umiliava, lanciò una corda alla trave metallica del banco della carne, s’arrotolò l’altra estremità al collo e si lasciò penzolare. In tasca un biglietto di scuse col nome dello strozzino e una cassetta registrata dei loro colloqui. Intorno alle 7 di venerdì 21 gennaio, nel mercato comunale di viale Monza 148, a Milano.