Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  marzo 15 Martedì calendario

PFISTER Andrea.

PFISTER Andrea. Nato a Pesaro il 30 agosto 1942. «[...] guru della calzatura moderna [...] figlio di genitori svizzeri [...] ha vissuto tra Italia e Francia, dove, a Parigi, nel 1967 è avvenuto un ”incontro di destino”, quello con Jean-Pierre Dupré [...] colto, ironico e con grande spirito imprenditoriale. Con lui ha dato inizio a una partnership di vita e di lavoro [...] Insieme hanno aperto la loro prima boutique a Parigi, in rue Cambon. Insieme, nel 1968, hanno aperto la loro fabbrica a Vigevano, cuore dell’industria calzaturiera italiana. [...] ”Ho ereditato da mia madre il gusto per la perfezione e per il lusso [...] Mi piace usare materiali preziosi, intrecciarli e sovrapporli. Ogni scarpa deve essere esclusiva [...] Non faccio concessioni al risparmio, non uso tagli particolari o astuzie di fabbrica. Per ogni paio di stivali in coccodrillo, per esempio, occorrono due pelli intere. Lo so, il prezzo sale. Ma le mie clienti sono disposte a spendere. E io, per loro, voglio il massimo” [...] Definite ”gioielli per le estremità” (sono rimaste celebri le sue infradito in oro a 18 carati) le scarpe create da Pfister sono eccentriche, lussuose, con citazioni che vanno dal gotico internazionale all’arte indiana, egizia e russa in colori mediterranei e con dettagli ricercati. Piume sottili danno leggerezza a uno stivale, fiori e ciliegie scendono sul collo del piede, strass in cristallo di Swarowski fanno brillare una caviglia [...] Da lui Cher vuole solo tacchi a spillo, Liz Taylor zoccoli peso piuma, Gena Rowlands scarpe rasoterra, Ursula Andress le sue celebri Thong. Ma non solo Hollywood. Anche Nancy Reagan, quando era first lady, lo chiamò alla Casa Bianca, e divenne appassionata collezionista delle sue scarpe, come Hillary Clinton, Margaret d’Inghilterra, Beatrice di Savoia [...]» (Anna Masucci, ”Sette” n. 8/2000).