A. Alt. ཿCorriere della Sera 14/3/2005. pag. 12, 14 marzo 2005
Panico tra le case d’aste internazionali dopo che Saud al Thani, considerato il più grande collezionista di tutti i tempi, dalla fine di febbraio è stato destituito dall’incarico di «riempire» con oggetti d’arte i cinque musei appena costruiti a Doha
Panico tra le case d’aste internazionali dopo che Saud al Thani, considerato il più grande collezionista di tutti i tempi, dalla fine di febbraio è stato destituito dall’incarico di «riempire» con oggetti d’arte i cinque musei appena costruiti a Doha. A toglierli il compito, suo cugino, l’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani (pare che ne abbia ordinato gli arresti domiciliari). Motivo: spendeva troppo (milioni di sterline e di euro, ma la cifra completa non è disponibile). Durante il suo incarico, Saud al Thani ha comprato gioielli di Fabergé, fotografie, mobilia Art Decò, cimeli di storia naturale e statue: un anno fa s’innamorò di un oggetto dell’arte Mogul, uno schiacciamosche tempestato di agate e granati, bello ma di valore non straordinario, valutato da Christie’s 8.000 sterline (poco più di 11.471 euro): lo sceicco lo acquistò a 900.000 sterline (un milione e 300 mila euro), cioé oltre cento volte la stima originaria. Tempo prima pagò 7 milioni di sterline (più di 10 milioni di euro), forse la somma più alta mai pagata all’asta per un oggetto d’antichità, una Venere romana, una statua di marmo, chiamata «Jenkins Venus».