Varie, 12 marzo 2005
OSSOLA
OSSOLA Aldo Varese 13 marzo 1945. Ex giocatore di basket. Fratello di Franco, scomparso a Superga col grande Torino, e di Luigi, detto «Cicci», altro ex calciatore di serie A, inizia a 10 anni a giocare con i «pulcini» della Robur et Fides. Nel ’68, dopo alcune stagioni in A con la All’Onestà Milano, torna all’Ignis Varese con la quale gioca fino al ritiro dell’80. Con la mitica Ignis (poi Mobilgirgi e Emerson), la squadra di Dino Meneghin, vince 7 scudetti, 5 coppe dei campioni (disputando 10 finali consecutive), 2 coppe intercontinentali, 4 coppe Italia chiudendo la carriera con la coppa delle Coppe • «[...] il Von Karajan dei canestri, il regista per antonomasia del basket italiano. [...]» (Luca Chiabotti, ”La Gazzetta dello Sport” 12/3/2005) • «L’ evoluzione del playmaker in Italia è iniziata con Aldo Ossola. Lui era il regista per eccellenza. Il play maker - traduzione: quello che fa gioco - era uno che portava avanti la palla, per poi darla in mano al lungo, al tiratore o all’americano. Quindi, a Varese, Ossola ha perfezionato tre cose: condurre il contropiede, alimentare Meneghin e trovare Morse. Ma era in grado anche di tirare se la situazione lo richiedeva. [...] cercava il passaggio prima del tiro. Per questo, era anche in anticipo sulle difese di almeno una mossa sempre. Poi, grande palleggio: non doveva mai guardare la palla, non lo recuperava fino a quando non aveva un ricevitore libero, infine metteva la palla nelle mani del tiratore [...] un mezzo secondo prima, e non un mezzo secondo dopo, l’uscita dal blocco. [...]» (Dan Peterson, ”La Gazzetta dello Sport” 12/3/2005).