Varie, 11 marzo 2005
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Vandercam Serge
• Copenaghen (Danimarca) 1924, Bruxelles (Belgio) 10 marzo 2005. Fotografo • «Nel ”49, a 25 anni, entra a far parte del gruppo Cobra, il sodalizio internazionale, fondato l’anno prima a Parigi, la cui sigla deriva dalle prime lettere delle città (Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam) di provenienza dei vari Alechinsky, Appel, Constant, Corneille, Jorn, artisti che rivedevano l’espressionismo sotto l’ottica informale. Vandercam diventa subito il fotografo del gruppo. Ma un fotografo sui generis. Non si limita a fermare con l’obiettivo gesta e gesti dei suoi amici, ma li scandagliava per interpretarli. Anche se è nato a Copenaghen, non si sente danese. ”Sono figlio del mondo”, dice. E ne ha ben ragione. Padre danese, ma madre turca, figlia di italiani. L’artista ama la solarità mediterranea e il grigiore del nord, ”passando attraverso i ricordi dell’impero ottomano e delle arricciature grigio verdi del mare del Nord”. Nel ”51, il sodalizio si scioglie, anche se i singoli artisti continuano a sperimentare ognuno per proprio conto. Due anni dopo, Vandercam decide di cambiare strada e dedicarsi totalmente alla pittura. E così va alla ricerca di una forma ”primitiva” che superi i formalismi avanguardistici. Bruxelles, dove Vandercam arriva nel ”53 (e ci resta), la sua città d’elezione. Man mano i suoi gesti prendono forma; la sua visione si allarga, va alla ricerca di ”complici”. Dal ”60 al ”64 vive per lo più in Italia. I suoi amici? Baj, Dangelo, Novelli, Vedova, Dova, Piero Manzoni ed altri. Lavora anche fra Albissola e Milano, dove, nel ”57 espone alla Triennale e, nel ”60, al Naviglio. Negli anni Settanta realizza alcune sculture in legno e in pietra. […]» (Sebastiano Grasso, ”Corriere della Sera” 11/3/2005).