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 2005  marzo 11 Venerdì calendario

Rader Dennis

• Nato a Wichita (Stati Uniti) il 9 marzo 1945. Serial killer. «[...] Btk, l’uomo che per 30 anni ha terrorizzato Wichita [...] impiegato comunale che si occupava di medagliette per i cani e lamentele di cittadini. Bianco, pochi capelli, baffoni e occhiali da miope, sposato e padre di famiglia: è stato capo scout e fervente membro della chiesa vicina a casa. Abitava nella stessa strada di una delle vittime di Btk. Non ha fatto resistenza. Come molti serial killer Btk non si limitava a uccidere: sfidava chi gli dava la caccia. Il nome se lo era scelto lui: le iniziali di bind , torture e kill, parole che in inglese significano ”legare torturare e uccidere”. Di solito, per finire le sue vittime, lui le strangolava. Aveva cominciato nel ’74 con Joseph Otero, la moglie e i due figli. Da allora la polizia gli aveva attribuito una lunga striscia di omicidi fino al 1986. In quel periodo Btk accompagnava i delitti con lettere ai giornali e agli investigatori, dava informazioni sulla sua vita, quasi volesse tracciare da sé il suo profilo psicologico, alternava descrizioni delle sue imprese a poesie. Una volta telefonò al commissariato per annunciare un omicidio. E nel ’78, quando uno dei suoi messaggi al Wichita Eagle Beacon fu pubblicato per errore fra gli annunci pubblicitari, protestò con la direzione del giornale: ”Quante volte devo uccidere prima di vedere il mio nome con la rilevanza nazionale che merita?”. Poi, dal 1988, silenzio. Pareva sparito: nessun nuovo morto, nessun segnale. Fino al [...] 19 marzo 2004 quando il Wichita Eagle ricevette una lettera: Btk era tornato e rivendicava la paternità di un omicidio senza colpevole, quello di Vicki Vegerle, 28 anni, assassinata nel 1986. Nella busta spedita al giornale, oltre al testo che rivelava particolari su quella morte, c’erano una copia della patente della donna e foto del cadavere. ”Pare autentica, sono certo che è Btk” aveva detto Ken Landwehr, il detective che lo inseguiva da decenni. Da allora Btk aveva ripreso le comunicazioni: una lettera alla polizia in ottobre, un’altra fatta trovare a dicembre al Murdock Park con la patente di Nancy Fox, uccisa l’8 dicembre ’77. Una scatola di cereali lasciata per strada, con dentro gioielli di una vittima. Messaggi sempre più ravvicinati, come se volesse tenere alta l’attenzione, magari farsi arrestare. [...] L’hanno accusato di 10 omicidi, compresi due dell’85 e del ’91 che non erano mai stati legati a Btk» (Mario Porqueddu, ”Corriere della Sera” 27/2/2005). «Rigoroso, pignolo, ”talvolta arrogante”, capace però di slanci di generosità verso gli anziani. Una vita passata nel sobborgo di Park City, Wichita (Kansas), dove ha cresciuto due figli, frequentato le chiese, animato un gruppo boy scout. Un ”buon padre di famiglia”. Questo il profilo di Dennis Rader [...] il feroce serial killer conosciuto come ”Btk”. [...] Il killer ha scelto spesso le sue vittime nei posti che frequentava. Una scuola, un ufficio. Una delle sue prede, Marine Hedge, è sparita nel pomeriggio del 27 aprile 1985 dalla sua casa al 6254 di Independence Road, a pochi isolati dalla villetta in legno di Dennis. E ora che lo hanno preso, spendendo milioni di dollari, mobilitando Fbi e mass media, mettendo sotto inchiesta molti innocenti, raccontano che il nome di Rader era finito in una lista di sospetti. Ma la segnalazione non aveva avuto seguito. Certo che se avessero scavato meglio nella vita di quest’uomo dall’aria tranquilla avrebbero potuto scorgere qualche ”anomalia”. A cominciare da quello che dicono di lui compagni di lavoro e vicini di casa. Nessuno ha un buon ricordo. I racconti che emergono tra le casette di Park City dipingono Rader come ossessionato dal rispetto delle regole. In quanto ispettore comunale era sempre pronto a contestare violazioni. Anche le più insignificanti. Portava un distintivo e lo usava per intimorire. Un giorno, armato di righello, entra nel giardino di una famiglia e misura l’altezza dell’erba: ”Il Comune ha fissato dei limiti”. Un’altra volta contesta a un candidato alle municipali che i poster di propaganda sono stati affissi in modo sbagliato. particolarmente intransigente con chi abita attorno a Independence Road, a Park City. Si atteggia da ”sceriffo”. Filma la casa di un vicino per documentare una presunta irregolarità, ammonisce un altro a chiedere una licenza per il garage. Litiga spesso sul posto di lavoro. Sembra anche che sia stato costretto a lasciare il gruppo Boy Scout dopo uno scontro con gli altri. Ma non manca chi lo descrive in modo anonimo. Un tipo come tanti altri, disponibile con chi aveva bisogno. Forse, la prendeva troppo sul serio, sottolinea un vecchio collega. E aggiunge: ”Come ispettore addetto agli animali si doveva occupare anche dei cani randagi ed era imbattibile nel catturarli”. Maricela, che ha vissuto non lontano dalla casa dell’assassino, ha un ricordo diverso: ”Non potete immaginare quante volte mi ha fatto piangere quell’uomo. Se lui era in strada, io mi chiudevo in casa. Ci stava addosso per il cane”. Alla fine Maricela ha preferito andarsene. Dennis Rader è sicuramente diverso dalla filosofia di vita che lui stesso ha descritto in un album in occasione di un incontro con i vecchi compagni di scuola. il 1984, il killer sta già uccidendo. ”Fallo ora. La vita è complicata e corta così mantieni il tuo cuore giovane il più a lungo possibile”, è il messaggio di Btk. Che per scaldare il suo cuore ammazza senza pietà. Comincia con l’intera famiglia Otero (padre, madre, due bambini) e poi prosegue seguendo un modus operandi netto. Taglia il telefono della casa della vittima, si fa aprire, la lega, la soffoca. Non violenta, ma lascia tracce di seme che indicano comunque un impulso sessuale. Le tracce saranno decisive per la sua incriminazione. La polizia ritiene che Rader sia riuscito a entrare nelle abitazioni grazie al suo lavoro. Per conto del Municipio ha partecipato al censimento di Wichita, raccogliendo informazioni sulle possibili vittime. Il volto baffuto, la divisa comunale e i modi gentili non sollevavano sospetti. Una volta all’interno Dennis si trasformava nello spietato ”Btk”. [...] Che cosa ha spinto Dennis a uccidere? E le vittime sono state scelte a caso o si è trattato di omicidi mirati? [...]» (Guido Olimpio, ”Corriere della Sera” 28/2/2005).