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 2005  marzo 11 Venerdì calendario

Mcadoo Bob

• Nato a Greensboro (Stati Uniti) il 25 settembre 1951. Giocatore di basket. Ha giocato 14 anni nella Nba risultando per 3 anni in fila capocannoniere. Ha vinto due titoli con Los Angeles Lakers: ha segnato 18.787 punti alla media di 22.1 e 9.4 rimbalzi. Arrivato a Milano nel 1986, ha disputato 4 stagioni all’Olimpia, 2 a Forlì e 2 partite a Fabriano. Ha vinto 2 scudetti, 2 coppe Campioni, 1 coppa Italia. In 201 partite ha realizzato 5427 punti alla straordinaria media di 27. «[...] Racconta agli americani: ”La mia esperienza in Europa è stata appagante quanto quella nella Nba”. Poi deve una spiegazione a quegli sguardi smarriti: ”Ho giocato con D’Antoni, che oggi allena a Phoenix, e con un pivot nella Hall of Fame, Dino Meneghin. Non avete idea di quanto fosse forte quella squadra” [...] Si possono avere idee differenti sulla storia della nostra pallacanestro, ma affermare che McAdoo sia stato il più grande americano mai visto nel nostro campionato non è azzardato. arrivato da noi a 35 anni ma ancora integro, a pochi mesi dall’ultimo titolo Nba vinto da protagonista con i Lakers. A spingerlo attraverso l’Oceano, era stato un orgoglio smisurato, che non gli faceva accettare il fatto che, nella Nba, non volessero più dargli un contratto pari al suo valore per motivi di età. L’ultimo sgarbo ricevuto è stato non averlo inserito tra i 50 giocatori eletti come i più grandi dei primi 50 anni della Nba. S’è rifatto nel Duemila entrando nella Hall of Fame. E quando tre anni dopo è toccato a Dino Meneghin, è stato Bob a presentarlo. Il nome di McAdoo riemerge spesso quando si parla di Lebron James. Ogni volta che la sensazione dei Cavaliers diventa il più giovane a raggiungere un certo traguardo statistico, lo toglie al grande Bob. Che, calcolando le partite disputate e non l’età anagrafica, è stato comunque più veloce a bruciare le tappe. ”Ai miei tempi, non si poteva giocare nella Nba a 18 anni, io ci sono arrivato a 21”. A 23 segnava 30 punti di media nei Buffalo Braves [...] ”Complessivamente, rispetto a noi, questi ragazzi sono fisicamente molto più esplosivi. Ma se parliamo di fondamentali, dico che eravamo più preparati noi. Soprattutto, era molto più difficile, con meno squadre, trovare un ingaggio nella Lega. Dovevamo soffrire di più, lavorare sul nostro gioco, per trovare un posto di lavoro. Oggi, con 30 squadre, è relativamente più facile guadagnare subito molti soldi’ [...]» (Luca Chiabotti, ”La Gazzetta dello Sport” 27/2/2005).