Varie, 11 marzo 2005
BUFFON
BUFFON Lorenzo Maiano (Udine) 19 dicembre 1929. Ex calciatore. Portiere. Giocò dieci campionati con il Milan vincendo quattro scudetti. Poi una stagione al Genoa (scambio con Giorgio Ghezzi) e tre anni all’Inter dove vinse un altro scudetto. In serie A chiuse con la Fiorentina. Con la nazionale disputò il mondiale in Cile (1962). Famosa la love story con una valletta di Lascia o raddoppia?, Edy Campagnoli • «[…] era il signore delle porte di San Siro. Quattro scudetti con il Milan del Gre No Li, uno con la Grande Inter del Mago Herrera. Numero uno della nazionale e del Resto d’Europa e del Mondo. Una sera Ricardo Martinez Zamora, leggendario portiere spagnolo degli anni Trenta, disse: ”Io vorrei un figlio come Buffon”. Lorenzo era alto, il più alto di tutti i portieri. Era bello, camminava in campo e per strada con le sue lunghe gambe da trampoliere e c’era nel suo passo qualcosa di danzante. S’innamorò di Edy Campagnoli, la prima valletta di Mike Bongiorno a Lascia o raddoppia? L’alba del divismo tv, love story da prima pagina. Lorenzo, il grande giocatore. Edy, la donna più famosa d’Italia. Si sposarono e tutti parlarono di loro. Quel giorno Bolero pubblicò un fotoromanzo verità dedicato alla cerimonia e alla festa. Era sempre sui giornali, Lorenzo Buffon. Milan, parate spettacolari, scudetti, la nascita di Patricia, l’assedio dei paparazzi, la maglia azzurra. Un’affascinante storia italiana. Qualcuno scrisse: ” uno zio d’America”. Quando tornava a casa, a Latisana, mamma Rosina gli toccava la giacca nuova. ”Ma quanto spendi, Lorenzo?”, gli chiedeva. ”Erano abiti da elegantone del negozio Al Duca di piazza San Babila. Stavo bene, avevo buone possibilità”, raccontò Buffon. Poi lo scambio con Giorgio Ghezzi, detto il kamikaze . Il Genoa, l’Inter, la crisi, il divorzio dopo undici anni di matrimonio. […] papà Alessandro ”che sapeva le lingue perché ha lavorato come carpentiere in Francia e Germania ed è stato anche in Africa. […] Una volta sono andato al Musichiere di Mario Riva, a cantare una Piccola serenata. Ci sono andati anche Bartali e Coppi. […] Dopo la separazione, nel ”68, sono scappato in America. Beh, scappato è troppo, diciamo che avevo bisogno di cambiare aria. Sono andato via da solo, ho preso una macchina a noleggio e ho viaggiato. Los Angeles, Chicago, il Texas, Las Vegas. Via, via, lontano […] Mi conoscevano, sapevano che ero il portiere Buffon. E nei ristoranti italiani mi davano da mangiare gratis, ero famoso […] Quando ero ragazzo mi allenavo tenendo le biglie in tasca anche al cinema. Le stringevo continuamente per fare presa”, dice lui. Aggiunge: «”La presa è importante, il pallone deve entrarti nella mano. Lo dico spesso a Gianluigi: sei il più bravo di tutti, non dimenticare mai la presa”. Spiega la parentela con Gigi Buffon: ”Lontana, mio nonno e il suo bisnonno erano cugini. Ma in porta ci somigliamo. […] è stata una grande carriera. Anche se mi hanno venduto all’Inter e io quella cosa non l’ho mai mandata giù. successo tanti anni fa e quando ci penso ci sto male. Oh, sono passato all’Inter e ho vinto uno scudetto, è stato importante […] Ma la cessione ce l’ho ancora qui. stato Gipo Viani a mandarmi via”. C’entrava la storia con la Campagnoli? ”Ma no, quella era una scusa. Edy era mia moglie, io giocavo anche in nazionale, tutto filava liscio. Viani mi ha mandato via perché, perché... lasciamo perdere, non voglio fare polemiche […] Sono arrivato al Milan, ero il quarto portiere, prima di me c’erano Bardelli, Milanese e Rosetti. Hanno avuto dei problemi e ho giocato io, quasi subito. Sono arrivato cinque volte primo, quattro secondo e una terzo” […]» (’La Gazzetta dello Sport” 27/2/2005).