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 2005  febbraio 15 Martedì calendario

In un primo momento i meccanismi flessibili furono bollati dagli ecologisti come scappatoie, ma ora vengono accettate purché il sistema delle riduzioni si metta finalmente in moto

In un primo momento i meccanismi flessibili furono bollati dagli ecologisti come scappatoie, ma ora vengono accettate purché il sistema delle riduzioni si metta finalmente in moto. Foresta Martin: "Con i clean development mechanism si realizzano opere in campo energetico e ambientale presso Paesi in via di sviluppo, ottenendo sconti sulle proprie quote di riduzione. Così i generici ”aiuti allo sviluppo” possono prendere la più sicura strada della sostenibilità ambientale. Analoghi meriti si acquisiscono mettendosi in compartecipazione con altri Paesi industrializzati per realizzare progetti di comune vantaggio, come previsto dal capitolo joint implementation. Male che vada si ricorre alla borsa delle emissioni [Emission Trading]. Entro il 2012, alla resa dei conti, chi non ha raggiunto gli obiettivi di riduzione concordati e si presenta quindi con un debito di CO2, può comprare quote di questo gas da chi è stato tanto bravo da accumulare crediti. Si apre così quella che qualcuno ha scherzosamente chiamato la ”borsa dell’aria calda”. Ma c’è poco da scherzare dato che oggi, all’apertura del mercato, una tonnellata di CO2 è quotata 10-12 euro per tonnellata; e si prevede che già fra tre o quattro anni, il valore triplicherà. Risanare il bilancio acquistando crediti costerà molto caro. In questa specie di Monopoli della CO2, l’Italia ha perso qualche giro. Si era impegnata a ridurre del 6,5% e oggi, avendo aumentato di altrettanto le sue emissioni, si ritrova a dover tagliare di circa il 13%".