Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  marzo 02 Mercoledì calendario

Non si chiede a quelli che hanno condannato la guerra in Iraq di andare a Canossa. Angelo Panebianco: «Essi hanno il diritto di continuare a pensare che quella guerra fosse sbagliata o immorale

Non si chiede a quelli che hanno condannato la guerra in Iraq di andare a Canossa. Angelo Panebianco: «Essi hanno il diritto di continuare a pensare che quella guerra fosse sbagliata o immorale. Si chiede loro, però, di non chiudere gli occhi, di riconoscere che la ”storia è di nuovo in cammino”, e che compito di noi occidentali è fare il possibile per aiutare il mondo arabo a liberarsi delle sue catene. [...] La strada della democratizzazione del Medio Oriente sarà certo lunghissima. Costellata da chissà quante stragi e omicidi. Il clero iraniano e il terrorismo di Stato siriano, ad esempio, non molleranno facilmente la presa nei loro Paesi (né rinunceranno di buona grazia all’azione di destabilizzazione in Iraq o in Palestina). Però la falla s’è aperta e chiuderla, per i tiranni mediorientali, non sarà facile. difficile negare che dietro a tutto questo ci sia la concezione visionaria di chi, dopo l’11 settembre, ha pensato che solo spingendo il Medioriente verso la democrazia fosse possibile, in prospettiva, essiccare le fonti del terrorismo».