Angelo Panebianco, ཿCorriere della Sera 2/3/2005, 2 marzo 2005
Non si chiede a quelli che hanno condannato la guerra in Iraq di andare a Canossa. Angelo Panebianco: «Essi hanno il diritto di continuare a pensare che quella guerra fosse sbagliata o immorale
Non si chiede a quelli che hanno condannato la guerra in Iraq di andare a Canossa. Angelo Panebianco: «Essi hanno il diritto di continuare a pensare che quella guerra fosse sbagliata o immorale. Si chiede loro, però, di non chiudere gli occhi, di riconoscere che la ”storia è di nuovo in cammino”, e che compito di noi occidentali è fare il possibile per aiutare il mondo arabo a liberarsi delle sue catene. [...] La strada della democratizzazione del Medio Oriente sarà certo lunghissima. Costellata da chissà quante stragi e omicidi. Il clero iraniano e il terrorismo di Stato siriano, ad esempio, non molleranno facilmente la presa nei loro Paesi (né rinunceranno di buona grazia all’azione di destabilizzazione in Iraq o in Palestina). Però la falla s’è aperta e chiuderla, per i tiranni mediorientali, non sarà facile. difficile negare che dietro a tutto questo ci sia la concezione visionaria di chi, dopo l’11 settembre, ha pensato che solo spingendo il Medioriente verso la democrazia fosse possibile, in prospettiva, essiccare le fonti del terrorismo».