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 2005  marzo 07 Lunedì calendario

Gonzalez Elin

• Cárdenas (Cuba) 6 dicembre 1993 • «[…] Protagonista inconsapevole di uno storico e brutale braccio di ferro tra il lìder maximo e la comunità dell’esilio anticastrista di Miami, Elián, il balserito, venne trovato nell’oceano da due pescatori americani, Sam Cianco e Donato Dalrympe. Era un Thanksgiving, giorno del Ringraziamento, 25 novembre 1999. Legato ad un copertone Michelin, da due giorni alla deriva, “miracolosamente vivo”, Elián era ciò che restava di un ennesimo tentativo di fuga annegato nello Stretto della Florida. Sua madre, Elizabeth Broton, era morta insieme al suo compagno e altre 14 persone, nel naufragio della zattera sulla quale erano partiti da Cuba quattro giorni prima. A Miami, il bambino venne consegnato ai suoi zii, Lazaro e Delfin, e a sua cugina Marisleysis. Ma suo padre Juan Miguel era rimasto a Cardenas con la nuova moglie e due figli. Il piatto per la rissa era servito. Marisleysis, Lazaro e Delfin chiesero la custodia legale del piccolo, sostenuti da tutta la comunità dell’esilio. Juan Miguel la restituzione, appoggiato da Fidel Castro e da tutto l’apparato di propaganda del regime. Narra la vulgata popolare, che furono i babalao, i sacerdoti della Santeria, a trasformarlo in un prodigio. Quell’anno, nell’oroscopo religioso che i santeri formulano ogni dicembre tirando a terra quattro pezzi di noce di cocco, Elián venne proclamato reincarnazione del dio Eleguà. Per questo doveva tornare a casa. Se restava a Miami, ossia in esilio, Fidel Castro sarebbe presto caduto. Se invece fosse tornato, il caballo dell’Avana sarebbe diventato eterno. Da una parte e dall’altra dello Stretto presero così sul serio la profezia dei babalao che Elián venne restituito al legittimo padre soltanto dopo sette mesi di scontri legali, manifestazioni, proteste, svenimenti e messe nere in una escalation di emozioni forti nel corso della quale tutti riuscirono a dare il peggio del bagaglio storico-culturale di due collettività separate da cinquant’anni di pubblica avversione.[…] Quando i tribunali americani, com’era inevitabile sulla base delle leggi internazionali, diedero ragione al padre del balserito, Fidel Castro promise che non l’avrebbe trasformato in un “bottino di guerra”. Evidentemente non è andata così. E non solo per il libro, Elián in patria, 32 pagine, costo un peso, che venne stampato in tempo record per festeggiare la vittoria legale […]» (Omero Ciai, “la Repubblica” 6/3/2005).