Fonti varie., 28 febbraio 2005
Anno II - Cinquantottesima settimanaDal 21 febbraio al 28 febbraio 2005Papa. Giovedì 24 febbraio il papa è stato riportato al Gemelli, e in serata operato, perché, a causa della degenerazione del Parkinson - complicata dai postumi dell’influenza -, non riusciva più a respirare
Anno II - Cinquantottesima settimana
Dal 21 febbraio al 28 febbraio 2005
Papa. Giovedì 24 febbraio il papa è stato riportato al Gemelli, e in serata operato, perché, a causa della degenerazione del Parkinson - complicata dai postumi dell’influenza -, non riusciva più a respirare. Sdraiato nel suo letto al decimo piano, ascoltava i medici che lo rassicuravano: "Tranquillo, Santità, è piccola cosa". Lui ha risposto: "Piccola? Dipende per chi". In mezz’ora poi era tutto finito: alla trachea, dove era stato praticato un buco, è stato collegato un respiratore. Se il pontefice, a questo modo, non riesce a far entrare l’aria nei polmoni, una macchina lo aiuta. Il giorno dopo l’intervento, sulla stampa di tutto il mondo campeggiavano le seguenti due questioni: se Giovanni Paolo possa o no restare in carica in queste condizioni; chi potrebbe prendere il suo posto se il momento, inevitabile ma da tutti temuto, arrivasse. Sulla prima questione il diritto canonico parla chiaro: finché il Pontefice è in grado di scrivere, il problema dell’impedimento non si pone. E il papa, subito dopo l’operazione, s’è fatto dare carta e penna e ha scritto: "Ma che mi hanno fatto?" aggiungendo più sotto "Ma io sono sempre totus tuus", frase con la quale S.Luigi de Monfort dedicava se stesso alla Madonna. La seconda questione - chi, se si dovesse tenere un conclave a breve, salirebbe al soglio - è stata affrontata dai bookmakers inglesi, che hanno però circoscritto le puntate a soli 32 porporati, il che è indubbiamente uno sbaglio. In ogni caso, tra questi 32 risulta in testa Tettamanzi, quotato 5 a 2. Ratzinger sta 8 a 1, Sodano 16 a 1 e Ruini 40 a 1. Infine domenica 27, per la prima volta, Giovanni Paolo II, non potendo parlare, ha dovuto rinunciare all’Angelus. La benedizione è stata impartita, sul sagrato di San Pietro, da monsignor Sandri.
Libro. Martedì 22 febbraio è intanto uscito l’ultimo libro di Wojtyla, "Memoria e identità" (Rizzoli), in cui si dice che nazismo e comunismo sono stati i grandi mali del ’900. Il papa rievoca anche l’attentato di Alì Agca, sostenendo quel che del resto si sa e cioè che dietro l’attentatore "c’era qualcuno" (l’Urss).
Juventus. Il giudice Giuseppe Casalbore, che tre mesi fa condannò a un anno e 10 mesi il medico della Juventus Agricola e mandò assolto conn formula dubitativa l’amministratore della società Giraudo (l’accusa era di aver dopato o drogato i calciatori per tutto il quadriennio 1994-1998), ha depositato le motivazioni della sentenza, un volume di 365 pagine in cui si invita la procura di Torino a incriminare per falsa terstimonianza un mucchio di giocatori (e tra questi in particolare Vialli e Ravanelli), ci si dichiara certi che le responsabilità della dirigenza juventina siano più gravi di quanto si sia riusciti a provare nel primo grado del giudizio, si stimola il pubblico ministero Guariniello ad andare avanti e, insomma, si dà la sensazione che la prima sentenza, già parecchio imbarazzante per società e squadra, sia solo un blando antipasto di quello che verrà fuori in seguito. L’allenatore del Lecce Zeman, che della Juve fu a suo tempo il principale accusatore, dice che alla Juve andrebbero tolti gli scudetti vinti in quel periodo e che Lippi, allora allenatore della squadra, andrebbe rimosso dalla Nazionale.
Siria. Venerdì 25 febbraio, di notte, un kamikaze si è fatto saltare in aria sul lungomare di Tel Aviv, uccidendo quattro giovani e ferendone cinquanta. Proprio in quel punto c’è una discoteca, sempre affollata nelle sere del week-end. Benché vi siano stati in passato attentati più catastrofici, questo ha destato un’impressione notevolissima, perché arriva dopo le intese tra la nuova leadership palestinese e Sharon, e dopo l’assassinio di Hariri in Libano. Gli israeliani (e gli americani) attribuiscono la responsabilità di questi ultimi atti terroristici (Hariri e Tel Aviv) ai siriani e agli iraniani, che passano soldi ai terroristi perché continuino a colpire Israele. I capi di questi terroristi che non depongono le armi (terroristi Hezbollah) stanno a Damasco, in Siria. In Libano i siriani tengono le loro truppe, mentre gli israeliani se ne sono andati nel 2000. L’esercito degli Hezbollah presidia il confine tra Libano e Israele con armi molto sofisticate e costose, che in nessun modo potrebbe acquistare se qualcuno non li finanziasse. Da tutto questo si ricava che il punto a maggior rischio di guerra del pianeta sta adesso diventando la Siria. A seguire, l’Iran.
Egitto. L’Egitto si prepara a eleggere il suo presidente con un voto popolare, a scrutinio segreto e con numerosi candidati. Svolta storica, perché dal tempo dei tempi (i Faraoni) in Egitto ha comandato uno solo, a vita e mai scelto dal popolo. E’ vero che i candidati alla presidenza dovranno essere espressi da partiti la cui esistenza è sottoposta all’approvazione del Partito nazional democratico di Mubarak (95 per cento dei seggi nell’attuale Parlamento). E’ anche vero però che, senza questo primo passo, sarebbe difficile ipotizzare un cambiamento di scenario. L’attuale presidente, Mubarak - che sabato 27 nell’aula magna dell’università Al MJunifiya ha personalmente annunciato la svolta - ha 77 anni. La decisione di modificare la Costituzione è frutto di fortissime pressioni americane: da ultimo, prendendo a pretesto l’arresto di Ayman Nour, giovane deputato del partito El Ghad (Domani), Condoleezza Rice aveva persino annullato un suo programmato viaggio al Cairo.
Condoleezza. Condoleezza Rice s’è presentata a Wiesbaden, in Germania, tutta vestita di nero, gonna stretta sopra il ginocchio, stivali neri con i tacchi alti, cappotto stile Keanu Reeves in "Matrix", cioè lungo avvitato con sette bottoni d’oro, aperto a un tratto da un colpo di vento che ha rivelato l’inizio delle cosce. Grida d’entusiasmo delle truppe Usa. Il "Washington Post", definendola "Dominatrix", ha scritto che i vestiti di Condoleezza "parlano di sesso e potere". La Herobuilders, che già fece una bambolina di Hillary Clinton, ne sta preparando un’altra di nome Condi.
Iraq. In Iraq nel corso della settimana sono state rapite undici persone e tra queste quattro donne. Non ci sono, nel momento in cui scriviamo (lunedì 28 febbraio, ore 10 del mattino), notizie di rilievo su Giuliana Sgrena del "manifesto" e Florence Aubenas di "Libération", le due giornaliste ancora in mano ai banditi. Raida Al Wazan, reporter della tv irachena Al Iraquiya, che era stata rapita a Mosul domenica 20 febbraio, è stata uccisa. Sabato scorso il marito ne ha riconosciuto il corpo senza testa.
Terni. Sindacati e proprietà hanno raggiunto un accordo: non ci sarà più la cassa integrazione alle acciaierie di Terni.
Florence. I cinesi hanno battezzato col nome "Florence" sperduti villaggi dove fabbricano prodotti da inviare in Occidente e su cui è così possibile piazzare l’etichetta "made in Florence". Le aziende europee che gridano di essere in crisi per l’invasione cinese di prodotti tessili, in corso quest’anno dopo la fine delle restrizioni, sono 28 mila.
Scala. Lotte di potere che riguardano Albertini, Muti e un bel po’ di sponsor privati, tra cui Tronchetti Provera e il prossimo possibile candidato sindaco di Milano Fedele Confalonieri, hanno prodotto intanto il siluramento del sovrintendente alla Scala Carlo Fontana, che guidava il teatro dal 1990, e la sua sostituzione col musicista Mauro Meli, diplomato in chitarra. Fontana a Meli vanno entrambi attribuiti alla sinistra. I lavoratori del teatro hanno indetto lo sciopero delle prime, che ha già fatto saltare la Sancta Susanna di Hindemith e Il dissoluto assolto di Corghi. Sul fatto che il cartellone della Scala fosse al di sotto della sua reputazione s’erano letti parecchi articoli nei mesi scorsi. La crisi ha poi ricordato a tutti che il teatro ha perso 10 milioni di euro nel 2003, 12 nel 2004 e ne perderà 18 quest’anno.
Don Giussani. Martedì 22 febbraio è morto a Milano don Luigi Giussani, fondatore del movimento politico-religioso-imprenditoriale Comunione e Liberazione. Molta folla ai funerali del giovedì. Trentamila persone secondo "La Stampa" e "Repubblica", quarantamila secondo il "Corriere della Sera", cinquantamila secondo "Il Foglio", ecc.