Giovanni Paolo II, Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni (Rizzoli, pagine 234, 16 euro), è uscito in libreria il 23 febbraio con una tiratura iniziale di 330 mila copie (già pronta una ristampa di 30 mila) e traduzioni nelle principali , 23 febbraio 2005
Dziwisz: «L’attentato, nella dimensione umana, è rimasto un mistero. Non l’ha chiarito il processo né la lunga carcerazione dell’attentatore
Dziwisz: «L’attentato, nella dimensione umana, è rimasto un mistero. Non l’ha chiarito il processo né la lunga carcerazione dell’attentatore. Sono stato testimone della visita del Santo Padre ad Alì Agca in carcere. Il Papa lo aveva perdonato pubblicamente già nel suo primo discorso dopo l’attentato. Da parte del carcerato non ho udito le parole: ”Chiedo perdono”. Lo interessava solamente il segreto di Fatima» [Il 15 febbraio, subito dopo la morte di suor Lucia (l’ultima dei veggenti e custode del terzo segreto), il terrorista turco, rinchiuso dal 2000 nel carcere di Istanbul, ha scritto una lettera alla ”Repubblica” (20/2/2005) in cui chiede al Vaticano di «rivelare il nome dell’Anticristo finale”. Il giorno dopo gli ha risposto il prefetto della Congregazione per le cause dei santi, cardinale Martins: «L’Anticristo non esiste. solo frutto di fantasia. Forse sarebbe meglio parlare di antiuomo, cioè di personaggi reali che hanno fatto tanto male all’uomo, come avvenuto nel secolo scorso con figure come Hitler e Stalin che hanno fatto uccidere milioni di persone». Secondo Paolo Mieli (’Corriere della Sera” 23/2/2005), la questione dell’attentato «va riaperta sul piano internazionale, ora che è passato del tempo e si sono aperti gli archivi. Ed è un fatto che deve interessare più noi laici, da storici, che la Chiesa»].