Sylvie Coyaud, "D" 26/2/2005, 26 febbraio 2005
Norman Terry, scienziato dell’università di Berkeley, ha aggiunto alla pianta della senape indiana (Brassica juncia) alcuni geni che la rendono resistente al selenio, un metallo presente nelle rocce che trasportato dall’acqua si deposita nel terreno sotto forma di sale e impedisce alle piante di crescere
Norman Terry, scienziato dell’università di Berkeley, ha aggiunto alla pianta della senape indiana (Brassica juncia) alcuni geni che la rendono resistente al selenio, un metallo presente nelle rocce che trasportato dall’acqua si deposita nel terreno sotto forma di sale e impedisce alle piante di crescere. Vantaggi: la nuova senape assorbe il selenio dalle radici fino a 25 centimetri di profondità e nel giro di due o tre stagioni "bonifica" il campo; il sale di selenio protegge i tessuti grassi dai radicali liberi e quindi la senape di Terry, data da mangiare a bovini e suini, è un mangime con integratore dietetico incorporato