Varie, 3 marzo 2005
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Simon Simone
• Bèthune (Francia) 23 aprile 1911, 22 febbraio 2005. Attrice • «[...] Il suo nome è ricordato solo dai cinefili più maturi. Si era infatti ritirata dal cinema a metà anni ’50, salvo una deroga dovuta a un’unica apparizione del 1973 in La femme en bleu di Michel Deville. Eppure la sua immagine appare in un’infinità di poster e di fotografie d’epoca che la ritraggono magnificamente. Abbiamo infatti più immagini che informazioni. Basti dire che neppure le sue origini ci appaiono certe. Tutti concordi nel giorno di nascita, il 23 aprile. Poi le scuole di pensiero si dividono. Chi la fa nascere a Marsiglia nel 1911, chi a Béthuna vicino a Calais l’anno precedente. Tutti concordi invece nel farla arrivare a Parigi, dove però la troviamo occupata nel mondo della moda. Almeno sino a quando viene scoperta da Marc Allégret che le affida un ruolo in Santarellina (1931). La sua carica sensuale la mette in evidenza (Allégret compirà un lavoro analogo una ventina d’anni dopo con Brigitte Bardot). Se ne accorgono anche negli Usa, dove approda prestissimo. del 1936 il suo debutto hollywoodiano in Collegio femminile. Per nostra fortuna la sua carriera losangelina non decolla, così un paio d’anni dopo è di nuovo a casa per poter essere diretta da Jean Renoir in La bête humaine (L’angelo del male), accanto a Jean Gabin. Primo titolo da incastonare nella storia del cinema. Quando scoppia la guerra riprende la via degli Stati uniti. E lì, nel 1942, dà vita a un altro personaggio indimenticabile: Irene Dubrovna, ovvero La donna pantera. Cat People, per la regia di Jacques Tourneur. La Rko ha infatti deciso di mettere in cantiere dei b-movies, degli horror a basso costo voluti da Val Lewton. Sarà un affarone, oltretutto salutato come momento fondamentale della storia del cinema, e alla base del remake del 1982 di Paul Schrader con Nastassja Kinski protagonista. Più che l’orrore è l’inquietudine a dominare la scena, ma si tratta di un successo che relega Simone ai film di genere. Per questo, archiviata la guerra, torna in Francia. E qui ha modo di partecipare al terzo capolavoro della sua carriera La ronde (Il piacere e l’amore, 1950) di Max Ophüls. Con lui, un paio d’anni dopo, girerà anche Il piacere. Sono personaggi dal temperamento dirompente che hanno trasformato Simone Simon in un’icona dal profilo inconfondibile. A prescindere dalle sue stesse doti. Forse per questo ha lasciato il cinema chiamandosi fuori.[...] Saggi interi potrebbero essere scritti sui suoi personaggi, ma lei era un’altra cosa rispetto a loro. [...]» (Antonello Catacchio, ”il manifesto” 24/2/2005). «[...] In un anno esecrabile, il 1938, Jean Renoir la fece venire dagli Usa, dove lavorava per Darryl Zanuck, per girare con lei la parte di Séverine Roubaud nella Bête humaine, una delle sue più grandi creazioni. Simone Simon incarnò quel ruolo in modo perfettamente naturale, con una asciutta perversità di posseduta tranquilla, tanto da meritare nel doppiaggio italiano il titolo, a lei riferito, di Angelo del Male. Ma quel titolo oggi è dimenticato: La Bête humaine, logora pellicola da restauri integrali, resta memorabile nella storia del cinema e del pessimismo. [...]» (Guido Ceronetti, ”La Stampa” 6/3/2005).