Varie, 3 marzo 2005
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Gravesen Thomas
• Velje (Danimarca) 11 marzo 1976. Ex calciatore. Giocò tra l’altro con Amburgo, Everton, Real Madrid, Celtic • «[...] Detto “l’Orco” e qualche volta “Shrek”, per via del cranio rasato ma anche per le esigenze sceniche del ruolo che ha in campo: Sacchi e Luxemburgo lo hanno pescato dall’Everton per metterlo davanti alla difesa del nuovo Real Madrid a recuperar palloni (come dice il poeta), lui ha eseguito con diligenza e perciò la pencolante architettura rococò dei galacticos ha ritrovato un po’ di equilibrio e buone prospettive di salvare una stagione fin qui semi-disastrosa. Lì per lì gli inglesi si erano stupiti del passaggio del loro piccolo idolo casalingo tra gli eletti del calcio planetario (3,5 milioni di euro). All’Everton dal 2000, il giocatore danese si era fatto una buona reputazione per la sua capacità di far ripartire la manovra, i suoi assist, i tiri da fuori, centrocampista offensivo più che tagliagole sulla trequarti. Paese che vai: in Inghilterra Gravesen era praticamente una mammoletta. Anzi, lo chiamavano Dottor Jekill e mister Hyde, perché non sapevi mai chi sarebbe sceso un campo, se un abile trascinatore o ignobile pippa. Ma gli volevano bene, e hanno preso in giro la psycho-coppia di entranadores Sacchi-Luxemburgo, osservando che forse avevano sbagliato persona: il mediano cattivo dell’Everton Lee Carlsley, in effetti, ha il cranio rasato pure lui. Gravesen è abituato a convivere con gli equivoci e forse è tutta qui la sua fortuna. Una delle storie che lo perseguita dall’inizio della sua carriera è questa: quando Mike Tyson anni fa venne a combattere in Danimarca rimase talmente colpito dallo stile del centrocampista della nazionale che pretese la sua maglietta e la indossò per tutto il suo soggiorno. All’epoca, in nazionale, Gravesen giocava in coppia con Stig Toefting, mitico Hell’s Angels rasatissimo e enorme, coinvolto in ogni genere di dissolutezza. Che anche Tyson avesse preso un granchio? Non è escluso. Giunto a Madrid [...] Gravesen ha dichiarato di aver realizzato un sogno. E ti credo. Nelle prime dichiarazioni ha adottato un repertorio anti-fichetto stile Gattuso, tipo “gioco per la squadra” (roba che a Madrid non si sentiva da anni). Ma non aveva fatto i conti con l’avvelenatissima stampa sportiva spagnola. L’antimadridista Mundo Deportivo ha pescato dai suoi archivi la bomba: una foto scattata in Romania nel 2003, durante un allenamento della nazionale. Si vede Gravesen in momento di pausa, con le scarpe in mano, a gambe larghe sopra un suo compagno di squadra, che finge di pisciargli in testa col pistolino di fuori. Chiedo venia per il linguaggio, ma all’epoca l’allenatore Morten Olsen disse di peggio: “Non è cosa degna per un membro della nazionale danese”. Quel giorno Gravesen segnò alla Romania con un tiro da 45 metri. Amen» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 2/3/2005).