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 2005  marzo 02 Mercoledì calendario

Davis Paul

• Nato a Centrahoma (Stati Uniti) il 10 febbraio 1938. Artista. «Blu, rosso, giallo: i colori disegnano le forme, le linee le descrivono nello spazio cromatico. Esatte. Il risultato sono volti, sguardi senza tempo, quasi ”scolpiti”, ma carichi di potenza evocativa. I soggetti: personaggi famosi del mondo dello spettacolo. [...] uno dei maestri della grafica contemporanea [...] Grandi attori, come Greta Garbo, Ingrid Bergman, Jack Nicholson, Jean Gabin, ma anche musicisti celebri, da Jimi Hendrix ai Rolling Stones, dai Beatles a Duke Ellington, passando per John Coltrane, Cat Stevens, George Gershwin. Le sembianze glamour e prorompenti delle star si alternano in formati e toni diversi, a seconda che si tratti di illustrazioni per libri, dischi, riviste famose (’New Yorker”), o di manifesti cinematografici, ma soprattutto teatrali, realizzati in particolare per il Public Theater di New York del patron Joe Papp, con il quale l’autore strinse dal `75 al `91 un fortunato sodalizio. [...] Magritte, Rousseau, Balthus e più tardi Klee, Mirò, Picasso, De Kooning, sono le fonti ideali d’ispirazione per Paul Davis, che a soli dieci anni aveva iniziato disegnando fumetti. Una traccia sopravvissuta nel tratto eclatante ed evolutasi ”nell’arte del sottrarre - spiega John Lahr [...] - una strategia cruciale del lavoro di Davis, per cui eliminare i dettagli implica un incremento del potere emotivo dell’immagine”. Ne sono un magnifico esempio i suoi ”cartelloni ad alta definizione” creati per il teatro. A partire da Sam Waterson che urla in Amleto (1978), per il New York Shakespeare Festival, una cui seconda versione in compassato colletto d’epoca non verrà mai utilizzata per ordine dello stesso committente (Papp) che l’aveva richiesta per timore che quella originale fosse eccessiva. Denzel Washington nel Riccardo III (1990) è immerso in un colore blu indefinito, intenso. Dal blu cobalto emerge invece Jack Nicholson, in un ritratto inedito, mentre una tonalità più lieve dello stesso colore avvolge il profilo di George Gershwin (1993), e blu nel giallo appare il volto del poeta Ezra Pound (1998), così come ancora blu è l’intera figura di John Coltrane (2001), con sassofono giallo, disegnato per il New York Times. Jimi Hendrix (1991), invece, buio ed espressivo, su fondo rosso, Davis lo ha ritratto per la copertina di un libro. E un rosso crepuscolare misto a giallo circonda l’immagine eroica del Che (1967) pubblicata sulla copertina della rivista ”Evergreen Review”. ”Quel manifesto - racconta Lahr - subì degli attacchi nelle stazioni della metropolitana di New York e l’ufficio della rivista venne addirittura colpito con bombe incendiarie”. Di ispirazione politica è anche Viva la Huelga (1968), a sostegno del sindacato United Farm Workers di Caesar Chavez (1968) [...] E le immagini femminili? Ingrid Bergman (1989) campeggia sul manifesto e sulla copertina del catalogo di Show People. Greta Garbo (1963) è disegnata su una mappa urbana dei luoghi in cui amava passeggiare a New York. E ancora, Whoopi Goldberg (1996), Emma Thompson (1994), Meryl Streep (1980). Anche Myrna Davis, moglie dell’artista, compare in due ritratti recenti (2004), che rivelano con evidenza l’influenza di Picasso. Ma profili, occhi, labbra, volti di donna, intrecciati, nascosti, sovrapposti ad altri maschili, ritornano in più occasioni sui piani prospettici di cartelloni e locandine di Paul Davis. ”Nei suoi dipinti c’è tristezza - spiega Lahr, citando Gerald Cross artista e amico di Davis - è una specie di solitudine che li rende così impressionanti, pervasi da un senso di smarrimento”. Proprio come l’America e il fascino delle sue mille luci e ombre, che emerge nella serie finale Movies Preview del 1997, con lineamenti umani inventati tra gli eleganti grattacieli di Manhattan» (Giovanni Senatore, ”il manifesto” 1/3/2005).