Mauro della Porta Raffo, "il Giornale" 27/2/2005, 27 febbraio 2005
Comanche, il cavallo montato dal capitano Myles Keogh durante la celeberrima battaglia di Little Big Horn (25 giugno 1876) che vide il Settimo Cavalleria di George Custer soccombere agli indiani guidati da Cavallo Pazzo
Comanche, il cavallo montato dal capitano Myles Keogh durante la celeberrima battaglia di Little Big Horn (25 giugno 1876) che vide il Settimo Cavalleria di George Custer soccombere agli indiani guidati da Cavallo Pazzo. Unico superstite accertato, l’animale diventò la mascotte del reggimento, ebbe dedicati tre saggi, un gran numero di poesie, racconti e dipinti. Il colonnello Sturgis emanò persino un ordine (10 aprile 1878) perché godesse di «un trattamento dentile e premuroso da parte del Settimo Cavalleria affinché la sua vita potesse essere prolungata ai limiti estremi». Abituato a un pastone di crusca allagato di whisky, Comanche diventò un ubriacone e un seccatore: elemosinava birra ai soldati davanti allo spaccio del forte,e quando non dormiva se ne andava in giro rovesciando i bidoni della spazzatura e calpestando aiole e giardini. Quando morì, a 29 anni, fu imbalsamato e diventò una delle massime attrazioni del Museo di Storia dell’Università del Kansas. Tra gli Stati che ne rivendicarono le spoglie: il Montana, perché lì si trovava Fort Keogh, così chiamato in onore del suo cavaliere morto in battaglia; il Sud Dakota perché lì il destriero aveva soggiornato.