Storia della bellezza, a cura di Umberto Eco, Bompiani, 2004, 28 febbraio 2005
Proporzione/1. Gli scultori greci rappresentavano la figura umana rispettando predeterminati rapporti proporzionali tra le varie parti del corpo (per esempio, la testa sta al corpo come il corpo sta alle gambe, e così via), ma poi, anziché osservare queste proporzioni in modo matematico, le adattavano alle esigenze della visione, alla prospettiva da cui la figura era vista, al movimento del corpo, e alla posizione stessa dello spettatore
Proporzione/1. Gli scultori greci rappresentavano la figura umana rispettando predeterminati rapporti proporzionali tra le varie parti del corpo (per esempio, la testa sta al corpo come il corpo sta alle gambe, e così via), ma poi, anziché osservare queste proporzioni in modo matematico, le adattavano alle esigenze della visione, alla prospettiva da cui la figura era vista, al movimento del corpo, e alla posizione stessa dello spettatore. Gli artisti egizi, invece, adottavano reticoli a maglie quadrettate uguali che prescrivevano misure fisse (posto, ad esempio, che la figura umana dovesse essere 18 unità, automaticamente la lunghezza del piede era di 3 unità).