Libero, 28 febbraio 2005, 28 febbraio 2005
Cioccolisti. Secondo gli psichiatri della Società Italiana di psicopatologia sono sempre più numerosi i cioccolisti, ovvero gli individui che hanno una vera dipendenza dal cacao
Cioccolisti. Secondo gli psichiatri della Società Italiana di psicopatologia sono sempre più numerosi i cioccolisti, ovvero gli individui che hanno una vera dipendenza dal cacao. Angela Iannitelli, psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma: «Il cacao contiene sostanze simili ai cannabinoidi che possono causare comportamenti anomali e sensazioni psicologiche vicine a quelle prodotte dalle sostanze d’abuso". Il cioccolato funziona come un «riequilibratore dell’umore, dando un immediato effetto di benessere, ma i principi attivi in esso contenuti sono blandi e non determinano effetti negativi come quelli di droghe e alcol». Iannitelli, intervistando 350 studenti universitari tra i 20 e i 28 anni, ha scoperto che il 63,87 per cento (in prevalenza donne) ha una vera dipendenza dal cioccolato; il 34,25 per cento lo consuma con profondi sensi di colpa; il 45,77 per cento mangia cioccolato in modo funzionale, ovvero come inconsapevole self-therapy per combattere ansia e stress». La cioccolato-dipendenza fa male? «Il problema è psicologico: come per tutte le altre sostanze d’abuso, si cerca all’esterno la soluzione di un problema e di un malessere che è tutto interiore». E quando l’abuso diventa vera dipendenza, si possono raggiungere comportamenti-limite: «E’ il caso - dice lo psichiatra Icro Maremmani dell’Università di Pisa - di chi comincia a consumare cioccolato in segreto o addirittura seleziona il partner e gli amici sulla base del loro consumo di cioccolato per non sentirsi sotto accusa».