Lomartire, Mattei. Storia dell’italiano che sfidò i signori del petrolio, Mondadori, 2004, 23 febbraio 2005
Fabbrichetta. Tra risparmi (pochi, perché per divertirsi non badava a spese), e prestiti, nel 1934 aprì nella periferia a nord-ovest di Milano una azienda specializzata nella produzione di vernici, oli, grassi per le industrie conciarie, tessili, metalmeccaniche e saccarifere
Fabbrichetta. Tra risparmi (pochi, perché per divertirsi non badava a spese), e prestiti, nel 1934 aprì nella periferia a nord-ovest di Milano una azienda specializzata nella produzione di vernici, oli, grassi per le industrie conciarie, tessili, metalmeccaniche e saccarifere. Avendo sfondato subito, gli rimaneva il cruccio del mancato diploma (si iscrisse a ragioneria, ma si diplomò grazie a una spintarella, mentre in seguito si laureò un paio di volte honoris causa) e di non conoscere lingue straniere (si dedicò al francese, col sistema all’ultima moda, detto ”Phonoglotta”, con l’ausilio di dischi e grammofono). A trent’anni decise che era ora di sposarsi e la moglie se la scelse alta e bionda e con gli occhi azzurri, Margherita Maria Paulas, detta Greta, di professione ballerina e nazionalità viennese (a cui rimase devoto ma non fedele). Volendone, non ebbero figli e dato questo Mattei non vide più il motivo di tenere su casa (preferendo l’albergo, a Roma l’Eden, sennò Motel Agip) e di risparmiare soldi ("Per lasciarli a chi, alla mia morte?").