Vittorio Messori, Aldo Cazzullo, Il mistero di Torino. Due ipotesi su una capitale incompresa, Le Scie Mondadori, 2004, 24 settembre 2004
Iella. Il pomeriggio del 13 febbraio 1983 un incendio scoppiato nella galleria del cinema Statuto uccise 64 persone, 31 uomini e 31 donne più un bambino e una bambina, trovati nelle loro poltrone intatti, ma completamente neri
Iella. Il pomeriggio del 13 febbraio 1983 un incendio scoppiato nella galleria del cinema Statuto uccise 64 persone, 31 uomini e 31 donne più un bambino e una bambina, trovati nelle loro poltrone intatti, ma completamente neri. Erano andati lì per vedere il film La capra, nell’originale francese La chèvre, in argot, la ”iella” (i protagonisti della pellicola erano tutti enchevrés, ”perseguitati dalla sfortuna”). La notte precedente in Piazza Castello era stato inscenato il sabba diabolico organizzato dal Comune per il Carnevale tematico: iniziato a mezzanotte, spente tutte le luci, dei laser avevano tracciato segni cabalistici nel cielo, mentre coppie con corna, code e forconi avevano danzato in una nebbiolina viola. Non sfuggirono agli esoteristi altre due circostanze (oltre alla data): il numero delle vittime, 64, corrispondente alle caselle su cui gioca a scacchi il diavolo, e il nome del cinema, lo stesso di piazza Statuto, considerata dagli occultisti il centro degli influssi negativi della città.