Susanna Legrenzi, ཿio donna 21/2/2005, 21 febbraio 2005
Coccodrilli. «Brancusi è morto nell’oasi dell’Impasse Ronsin. In questa città di artisti, bassa sulle zampe, un tempo folta, ha vissuto per quasi mezzo secolo come un contadino nella sua fattoria, vestito il più delle volte con una tuta bianca d’aviatore, facendosi da sé la spesa, ridendo con i rivenditori, piccolo, asceta e gaudente, salito lentamente dalla povertà al benessere tardivo
Coccodrilli. «Brancusi è morto nell’oasi dell’Impasse Ronsin. In questa città di artisti, bassa sulle zampe, un tempo folta, ha vissuto per quasi mezzo secolo come un contadino nella sua fattoria, vestito il più delle volte con una tuta bianca d’aviatore, facendosi da sé la spesa, ridendo con i rivenditori, piccolo, asceta e gaudente, salito lentamente dalla povertà al benessere tardivo. ”I milioni”, diceva alla fine ”una volta che li hai sono noccioline”. Aveva due medici, uno classico, l’altro no, due diete, due frigoferi, con due stock contrastanti di cibo, uno per sé e un altro per gli amici. Amava il Mumm semisecco, e anche il whisky con molta acqua Vittel e un po’ di miele. Parlava di proposito un argot tutto suo: ”Ah vacca!” che voleva dire accidenti» (dal coccodrillo pubblicato da Constantin Roche sull’’Oeil” alla morte dello scultore rumeno nel 1957)