Federico Faloppa, Parole contro, Garzanti, 2004, 17 febbraio 2005
Zingari. Presente nelle lingue europee dal XII secolo, il termine risale al greco medievale Athinganoi (’gli intoccabili”, dal greco thínganein, ”toccare con le dita”), nome di una setta gnostico-manichea diffusasi a partire dall’VIII secolo nell’Anatolia occidentale e forse proveniente dall’India
Zingari. Presente nelle lingue europee dal XII secolo, il termine risale al greco medievale Athinganoi (’gli intoccabili”, dal greco thínganein, ”toccare con le dita”), nome di una setta gnostico-manichea diffusasi a partire dall’VIII secolo nell’Anatolia occidentale e forse proveniente dall’India. Quando gli ”zingari” giungono nell’Europa orientale, intorno XV secolo, sono indicati anche col termine Bohémiens (ovvero ”della Boemia”, perché il duca di quella regione all’inizio del Quattrocento concesse loro un salvacondotto di libera circolazione) e di gitanos, gitani, gypsies, per la presunta provenienza dall’Egitto. Tutti questi nomi assunsero comunque col tempo in Europa una connotazione spregiativa, per cui adesso sono censurati dai media, che ricorrono al termine ”nomadi” (dal greco némein, ”pascolare”), sebbene statisticamente gli ”zingari” presenti attualmente in Italia siano per lo più stanziali. I due autònimi degli zingari italiani sono Sinti e Rom.