Sandra Blakeslee, "The New York Times" 16/2/2005., 16 febbraio 2005
Sembrano ormai del tutto errate la teorie scientifiche che vogliono poco intelligenti i volatili. Sulla rivista Nature Neuroscience Reviews un gruppo internazionale di ornitologi ha sostenuto che il cervello degli uccelli è complesso e sviluppato quanto quello dei mammiferi, tanto che si sta pensando di usarli negli esperimenti di neuroanatomia al posto dei ratti
Sembrano ormai del tutto errate la teorie scientifiche che vogliono poco intelligenti i volatili. Sulla rivista Nature Neuroscience Reviews un gruppo internazionale di ornitologi ha sostenuto che il cervello degli uccelli è complesso e sviluppato quanto quello dei mammiferi, tanto che si sta pensando di usarli negli esperimenti di neuroanatomia al posto dei ratti. Nathan Emery, dell’Università di Cambridge, ha per esempio osservato che i corvi della Nuova Caledonia creano utensili molto più complessi di quelli usati dalle scimmie. I corvidi hanno anche buona memoria: le nocciolaie di Clark possono nascondere fino a 30.000 semi e sei mesi dopo ricordare dove li hanno messi. Se poi si accorgono di essere osservate da altri uccelli mentre stanno mettendo via il cibo, tornano in seguito, quando l’osservatore non c’è più, per cambiare nascondiglio. Inoltre le gazze capiscono prima di qualunque altra creatura che quando un oggetto viene celato dietro una tenda non svanisce per sempre. In un campus universitario giapponese si è osservato il comportamento delle cornacchie nere quando il semaforo della strada accanto diventa rosso: volano sulle strisce pedonali e depositano lì delle noci, al segnale verde tornano sul marciapiede e aspettano che le auto passando schiaccino le noci; quando poi le auto si fermano, tornano sulle strisce a recuperare le noci aperte. I pappagalli non solo sono in grado di conversare con gli uomini, ma sanno anche creare una propria sintassi che insegnano ai simili.