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 2005  febbraio 16 Mercoledì calendario

PAPALIA

PAPALIA Guido Catania 23 marzo 1938. Giudice. approdato a Verona nell’80 come sostituto procuratore, nel ’93 è stato nominato alla guida della Procura. Nel 1996 ordinò una perquisizione nella sede della Lega in via Bellerio a Milano, nell’ambito di un’inchiesta che vede Umberto Bossi e una quarantina di leghisti accusati di attentato all’integrità dello Stato, alla Costituzione e di aver organizzato un’associazione paramilitare, le «Camicie verdi». «[...] nato a Catania nel 1938, da famiglia calabrese. Insomma, un vero terun, per dirla con Calderoli. [...] veste sempre di grigio, appare un tipo ”tutto casa e ufficio”. Più ufficio che casa, a onor del vero. ”Sono un magistrato al servizio della gente - racconta di sé - Svolgere la professione a tempo pieno è un dovere”. [...] il suo contributo alla liberazione del generale Dozier, rapito dalle Brigate Rosse nell’ormai lontano 1981. [...] sotto le sue finestre, nel ’98, durante un corteo, il leghista Borghezio gli gridò che ”avrebbe fatto la fine di Mussolini”. E, naturalmente, non seguì alcuna querela. Salvo eccezioni, la giornata del capo della Procura segue ritmi fissi: in ufficio alle 9, con auto e scorta (per via di numerose minacce, comprese alcune pallottole in busta chiusa...), veloce lettura dei quotidiani (’L’Arena”, ”Il Corriere della Sera”, ”La Repubblica”, in più, la domenica, ”Il Giornale” e ”Il Gazzettino”), disbrigo di pratiche, ricevimento del pubblico. ”La mia porta è aperta”, si vanta. Il lavoro di concetto lo riserva al pomeriggio (dopo una breve pausa pranzo, senza pennichella: ”la facevo quand’ero magistrato a Reggio Calabria”) e senza sigarette (’sono un ex fumatore pentito»); talvolta, s’immerge nelle carte anche la sera, dopo cena. Sempre che la moglie Mara non abbia esagerato nel cucinare specialità calabresi (gattò di patate, parmigiana di melanzane) che gli piacciono tanto. Libri? Nel suo studio, c’è tutto Bobbio e tutto Sciascia; in ufficio, La Divina Commedia. [...]» (Marisa Fumagalli, ”Corriere della Sera” 16/2/2005).