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 2005  febbraio 12 Sabato calendario

Nel Medioevo il mal d’amore veniva chiamato «hereos» ed era presente nei manuali di medicina. Nel Rinascimento acquista una propria identità (il medico francese Jacques Ferrand scrive "De la maladie d’amour ou Melancholie erotique")

Nel Medioevo il mal d’amore veniva chiamato «hereos» ed era presente nei manuali di medicina. Nel Rinascimento acquista una propria identità (il medico francese Jacques Ferrand scrive "De la maladie d’amour ou Melancholie erotique"). Come tutte le altre malattie, comprese quelle mentali, quella d’amore era considerata come una manifestazione dello squilibrio degli umori del corpo. Specialmente implicato era l’«umore nero», pesante e spesso, della «melanconia». La sede organica erano gli ipocondri, dai quali poi si diffondeva al cuore per arrivare infine al cervello. Per il medico italiano Pompeo Sacco, invece, era proprio quest’organo la sede primitiva del mal d’amore. Vi erano interessati gli occhi, la pelle che impallidiva o arrossiva, alternativamente, la voce che diventava flebile e tremolava in presenza dell’amato/a. La «fixa imaginatio in amatam» poteva far evolvere il quadro verso la melancholia. Nel Settecento il medico austriaco Joseph Frank ne descrive i sintomi: debolezza, pallore, occhi infossati, polso irregolare, piccolo e debole in assenza dell’amato/a, tendenza al sanguinamento, aritmia, dolore epigastrico, inquietudine, febbricola. Altri segni - riconducibili alla presenza di un quadro depressivo - erano difficoltà di concentrazione, instabilità d’umore, malinconia, indifferenza all’opinione degli altri, trascuratezza negli affari, fastidio per i buoni consigli, sprezzo del pericolo. I trattatisti non avevano però precise strategie terapeutiche: sulla scia dei «remedia amoris» di Ovidio si consigliava di evitare i luoghi che accendevano i sogni e la visione dell’oggetto d’amore. Un viaggio, lunghe e stancanti passeggiate, la caccia, compagnie allegre erano indicati come possibili rimedi, così come l’espediente di trasformare l’amore in odio. Le prescrizioni dietetiche comprendono bevande acidule, alimenti di facile digestione e rinfrescanti, e in particolare carni lesse, legumi acquosi e frutta. Da evitare, invece, cibi e bevande come vino, caffè, liquori, pesce, uova, selvaggina, funghi e, meno che mai, tartufi. Considerato non inguaribile dai medici, il mal d’amore era però difficile da curare perché i malati stessi, talvolta, non solo non desideravano guarire dai loro tormenti, ma continuavano a cercare questo genere d’amore, malattia ed estasi.