Domenico Quirico, Adua. La battaglia che cambiò la storia d’Italia, Mondadori, 2004, 14 febbraio 2005
Adua. Il corpo di spedizione italiano, 16 mila uomini (quattromila africani), comandato dal generale Oreste Baratieri, affrontò, perdendo, l’esercito di Menelik, (centomila uomini addestrati dal francese Pottier), sui colli a est di Adua, il primo marzo 1896 dalle cinque del mattino al tramonto
Adua. Il corpo di spedizione italiano, 16 mila uomini (quattromila africani), comandato dal generale Oreste Baratieri, affrontò, perdendo, l’esercito di Menelik, (centomila uomini addestrati dal francese Pottier), sui colli a est di Adua, il primo marzo 1896 dalle cinque del mattino al tramonto. In realtà combatterono 14.200 dei soldati in forza nel comando italiano, perché tutto il settimo battaglione non era riuscito a tornare in tempo dalle retrovie, dov’era stato mandato per comperare razioni di carne secca. Mentre Baratieri temporeggiava, Crispi l’aveva spinto all’azione ricordando di avergli messo a disposizione i cannoni a tiro rapido, talmente nuovi che gli artiglieri non sapevano manovrarli. Anche i basti non andavano bene per i muli abissini (più piccoli dei nostri), che dopo poche ore avevano le schiene sanguinanti.