Domenico Quirico, Adua. La battaglia che cambiò la storia d’Italia, Mondadori, 2004, 14 febbraio 2005
Menelik. Sahle Mariam, futuro Menelik, figlio di Ailà Malakot, re dello Scioa, nacque al buio, nel 1844, tra fumi d’incenso e colpi di fucile sparati in aria per tener lontani i demoni dell’aborto
Menelik. Sahle Mariam, futuro Menelik, figlio di Ailà Malakot, re dello Scioa, nacque al buio, nel 1844, tra fumi d’incenso e colpi di fucile sparati in aria per tener lontani i demoni dell’aborto. A spingerlo fuori fu l’ultimo starnuto della madre provocato apposta dalle levatrici che le infilavano pepe nel naso cantilenando "abbiet Mariam, abbiet Mariam" (’Maria abbi pietà”). Dopo quattro anni e quattro giorni fu iniziato all’educazione politica (quattro sono i patriarchi, i libri del Vangelo, i fiumi del Paradiso terrestre e gli elementi), senza ricevere rudimenti di scrittura (per questo c’erano gli alecà, segretari, i defterà, scribi, e il sigillo reale per firmare). Rapito a dodici anni dall’esercito del negus Ligg Kassa, a cui mancava solo la provincia dello Scioa per completare la conquista dell’Etiopia, fu allevato per dieci anni alla sua corte come un figlio.