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 2005  febbraio 14 Lunedì calendario

DosSantos LuciaDeJesus

• Nata a Aljustrel (Portogallo) il 22 marzo 1907, morta a Coimbra (Portogallo) il 13 febbraio 2005. «Ha tenuto sulle sue spalle di bambina segreti pesanti e negli occhi visioni forti. Dopo un’infanzia rude, taciturna, per molti osservatori ”deprivata”, ha consegnato la sua vita alla fede e la sua quotidianità a una clausura. [...] ultima superstite dei tre pastorelli ai quali la Madonna - quella ”signora vestita di bianco” come i piccoli bambini la chiamarono - era apparsa a Fatima per la prima volta il 13 maggio 1917 per tornare a far loro visita ogni 13 di ogni mese fino a ottobre del medesimo anno, ha detto addio alla vita il giorno 13. Certo, una coincidenza. Ma di quelle laiche casualità che trascinano con sé un congruo alone di ”qualcos’altro”. E in una storia personale di rudezze silenzi e indicibili luci come quella della suora che al secolo era Lucia de Jesus dos Santos, e in una vicenda complessa e circondata di fitti misteri e attese come quella dei celebri ”tre” segreti consegnati ai pastorelli, non può non avere il suo letterario - e per alcuni mistico - peso. Nata nel 1907 nel villaggio di Aljustrel, zona rurale a pochi chilometri da Fatima, ultima di sette fratelli, si racconta che Lucia de Jesus dos Santos da bambina fosse taciturna e di modi bruschi e ruvidi come il paesaggio che la circondava, terra di pietre e pecore, tanto lavoro. E in un prato sassoso non lontano da casa Lucia, allora 10 anni, e i due cuginetti videro e seppero cose che avrebbero cambiato non la vita di Francesco e Giacinta, morti poco dopo, ma di Lucia sì. In convento nel 1921, ad appena 14 anni, nel monastero di Vilar, a Oporto, per tenere lontana dalla curiosità della gente quella strana fanciulla. ”Carriera” fulminante: voti temporanei nell’ottobre 1928, perpetui nel 1934. Nel 1948 Lucia entra laddove non sarebbe più uscita, se non per appuntamenti ufficiali, fino alla morte, protetta nella austera clausura del convento del Carmelo di Santa Teresa a Coimbra, assumendo il nome di sorella Maria Lucia de Jesus y del Corazon Immaculado. [...] temuta e venerata, proprio per quel ”terzo” segreto di Fatima, il più atteso e conosciuto al mondo, che suor Lucia aveva appuntato nel’44 con svelta diligenza su un foglietto, 52 righe che hanno fatto tremare il mondo fino a quando nel 2000 Giovanni Paolo II, in una giornata storica proprio a Fatima che vide anche la beatificazione dei due cuginetti morti, rivelò: un messaggio leggibile come l’attentato subito da Papa Wojtyla il 13 maggio 1981 per mano di Alì Agca. Il Pontefice, che aveva conosciuto la suora un anno dopo l’attentato, scelse di dire laddove i papi precedenti avevano omesso, da Giovanni XXIII a Paolo VI. Le righe: un ”vescovo vestito di bianco” cade a terra ”come morto”; la lotta, finita in Urss e nell’est europeo, ma che altrove continua, dei ”sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani”; la sofferenza dei ”testimoni della fede” nel ’900. Gli altri due segreti: il primo riguarda la visione dell’inferno, il secondo la fine della prima guerra mondiale, ne annuncia una seconda e chiede di ”consacrare la Russia al cuore immacolato di Maria”. [...]» (Alessandra Retico, ”la Repubblica” 14/2/2005). «Cinque Papi hanno avuto a che fare con questa suora vissuta 97 anni, dei quali 84 in clausura. Pio XII (1942) e Giovanni Paolo II (1984 e 2000) hanno consacrato più volte il mondo e l’umanità al ”Cuore immacolato di Maria” in risposta a una ”richiesta” della Vergine da lei trasmessa. Paolo VI la incontrò a Fatima il 13 maggio del 1967 e Giovanni Paolo II la vide tre volte, in occasione dei suoi tre pellegrinaggi nel santuario nato dalle ”apparizioni” del 1917: nel 1982 (vi andò per ringraziare d’essere scampato all’attentato dell’anno precedente), nel 1991 (vi tornò nel decennale dell’attentato) e nel 2000 (andò là per beatificare sul posto Giacinta e Francisco, gli altri due ”veggenti”, morti quando avevano 10 e 11 anni). Ma l’evento forse più importante del rapporto tra Fatima e i Papi, o quantomeno quello che ha destato maggiore curiosità nel mondo, è stata la pubblicazione della ”terza parte” del segreto, attesa per quasi 60 anni e pubblicata per decisione di Giovanni Paolo II nel giugno del 2000. Fu straordinario - rispetto alla tradizionale prudenza ”romana” nei confronti delle ”rivelazioni private” - che un Papa decidesse la pubblicazione di quella ”profezia” e più straordinario ancora apparve l’affermazione del Papa stesso - affidata a una comunicazione del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato e ad una nota ”interpretativa” del ”segreto” stesa dal cardinale Joseph Ratzinger - di essersi ”riconosciuto” nel ”vescovo vestito di bianco”, che i tre pastorelli avevano visto morire, colpito con frecce e proiettili di armi da fuoco, da parte di ”soldati”. Wojtyla vide in quel vescovo se stesso, colpito dagli spari di Alì Agca e interpretò la sua salvezza dagli spari (nella profezia il ”vescovo vestito di bianco” muore) come un evento di ”grazia”, mediato dall’’intercessione” della Vergine. ”Vengo qui oggi - aveva già detto in occasione del suo primo pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio del 1982 - perché proprio in questo stesso giorno, nello scorso anno, in piazza San Pietro a Roma, si è verificato l’attentato alla vita del Papa, misteriosamente coinciso con l’anniversario della prima apparizione a Fatima”. Come riconoscimento simbolico di tale ”protezione” inviò a Fatima uno dei proiettili che l’avevano colpito, ed esso ora si trova incastonato nella corona della statua della Vergine là venerata. Nella località campestre di Cova da Iria, nel territorio di Fatima, la Vergine era ”apparsa” sei volte ai pastorelli, chiedendo preghiere e penitenza per la «conversione» dell’umanità: il 13 maggio, il 13 giugno, il 13 luglio, il 19 agosto, il 13 settembre, il 13 ottobre del 1917. Nuove apparizioni Lucia avrà da sola nel 1923 (a Oporto, quando viene ammessa nella Congregazione delle Figlie di Maria) e nel 1929, quando la Vergine le chiederà di promuovere la ”consacrazione della Russia” al suo ”Cuore immacolato”. Il patrimonio delle locuzioni, richieste e segreti della Vergine, suor Lucia lo consegna a 4 memorie successive, scritte in anni lontani tra loro: nel 1935 (sulla vita e le virtù di Giacinta, sua cugina), nel 1937 (storia della propria vita e delle apparizioni), nell’agosto del 1941 (particolari della vita di Giacinta), nel dicembre 1941 (qualsiasi altra cosa che ricordava sugli avvenimenti del 1917). La terza parte del ”segreto” - redatta nel gennaio del 1944 - fu consegnata da suor Lucia al vescovo di Leiria e da questi mandata a Roma, perché secondo la veggente essa non era da rendere nota allora, ma soltanto dopo il 1960 e per decisione del Papa. Né Pio XII, né Giovanni XXIII, né Paolo VI vollero interessarsi al ”segreto”, o comunque decisero di non pubblicarlo. Giovanni Paolo II se lo fece portare al Gemelli, dov’era ricoverato dopo l’attentato del maggio del 1981, appena si rese conto della coincidenza del suo ferimento e della sua ”salvezza” con la ricorrenza della prima apparizione di Fatima. Si riconobbe nel ”vescovo vestito di bianco” e chiese un parere al cardinale Ratzinger, il quale lesse il testo e lo richiuse nella busta, suggerendo al Papa di non pubblicarlo. Ma arrivato all’anno 2000 Giovanni Paolo II ritenne maturo il tempo per far conoscere quel testo. La Curia era tendenzialmente contraria, come era contraria alla beatificazione dei due veggenti morti da piccoli: era considerato imprudente impegnare l’autorità papale nel giudizio su due dei ”pastorelli”, mentre era ancora viva la terza, principale depositaria dell’intera ”rivelazione”. Papa Wojtyla riteneva ”maturo il tempo” per la pubblicazione dell’ultima parte della profezia, perché era chiuso - a suo giudizio - il ciclo ”persecutorio” cui la cristianità era stata assoggettata da parte dei poteri totalitari del ventesimo secolo, e in particolare da parte del comunismo sovietico. Giovanni Paolo II ha letto il messaggio di Fatima come un avvertimento drammatico, di tipo apocalittico, all’umanità tentata di abbandonare la fede cristiana e indotta, in parte, ad abbandonarla dall’assalto persecutorio dei poteri totalitari, in particolare da quello sovietico. Con le sue decisioni - sgradite alle componenti liberal della cattolicità - ha riconosciuto giusta la battaglia condotta con tenacia, per tanti decenni, da suor Lucia. E suor Lucia, a sua volta, ha dichiarato più volte di essersi riconosciuta nelle decisioni del Papa polacco» (Luigi Accattoli, ”Corriere della Sera” 14/2/2005).