Varie, 11 febbraio 2005
CELATI
CELATI Gianni Sondrio 10 gennaio 1937. Scrittore. cresciuto vicino a Ferrara e vive in Inghilterra. Professore universitario di Letteratura angloamericana, scrittore, traduttore, fondatore di riviste, esordisce nel ”71 con «Comiche». Escono poi «Le avventure di Guizzardi» (Einaudi), «La banda dei sospiri» e «Lunario del paradiso». Dopo il saggio «Finzioni occidentali» (Einaudi), torna alla narrativa nell’85 con un libro che fa epoca: «Narratori delle pianure» (Feltrinelli). Seguono, tra gli altri: «Verso la foce», «Fata Morgana» e «Vite pascolanti» (Feltrinelli) con cui vince il Viareggio nel 2006 • «[...] vive appartato in Inghilterra, dove è andato a risiedere parecchi anni fa, dopo aver lasciato l’insegnamento universitario a Bologna. Da allora manda rari, ma precisi segnali: una traduzione, una prefazione, un libro di racconti, un romanzo, ma anche film. Ne ha girati quattro, documentari passati in televisione alla sera tardi, e che purtroppo hanno visto in pochi. [...] Come ha detto qualcuno, Celati è uno scrittore che ci ”fa guardare un racconto con un altro racconto”. Il che significa che si muove dentro la dimensione narrativa, ne definisce i confini, eppure cerca sempre di uscirne, e in questo modo produce ogni volta un nuovo racconto. Gianni Celati è lo scrittore più letterario che vi è oggi in Italia, e al tempo stesso è quello che ne mette in discussione radicalmente il mito, ne mostra tutti i limiti. Celati aspira a una forma di vita che è al di là della letteratura stessa, o più probabilmente prima di essa, e che cerca di raggiungere attraverso la parola, il racconto; per questa ragione è uno scrittore di culto, molto amato dagli scrittori giovani, ma anche da tanti lettori comuni che intendono molto bene il messaggio contenuto nei suoi libri: la vita e la letteratura hanno uno strano rapporto dal momento che entrambe si nutrono di cerimoniali, di riti, ovvero di racconti; vivere significa intessere racconti e raccontare è il modo migliore per appaesarsi nella nostra sconclusionata vita. Celati ha sempre dato molta importanza alle parole, al linguaggio, alla tonalità del fraseggio. [...]» (Marco Belpoliti, ”La Stampa” 10/2/2005).