9 febbraio 2005
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Landsbergis Vytautas
• Nato a Kaunas (Lituania) il 18 ottobre 1932. Politico. Famoso per la sua battaglia contro Falce e Martello. «[...] non è un estremista. un nazionalista lituano. Professore di musica, nel 1988 ha fondato Sajudis: il movimento che, dopo anni di protesta pacifica, ha portato all’indipendenza della Lituania dall’Urss. Dopo essere stato anche presidente della repubblica baltica, fa l’eurodeputato nelle file del Ppe. [...] ”[...] la svastica e la falce e martello devono essere trattate allo stesso modo, perché sono entrambe simboli di una storia tragica, emblemi del male in nome dei quali milioni di persone sono state uccise e torturate. Nel gennaio ’91 a Vilnius, dopo il massacro compiuto dall’Armata Rossa contro i dimostranti, ricordo che la gente prendeva le decorazioni sovietiche e le tessere di partito con la falce e il martello e andava ad appenderle sulle barricate. Dopo quello che era successo, consideravano oltraggioso avere a che fare con quei simboli [...] L’odio sociale su cui è basato il comunismo prevede lo sterminio di una classe. Di più: l’eliminazione fisica di qualsiasi dissenso. Persino la neutralità era considerata un crimine. Chi non tradiva la famiglia o gli amici era un nemico. Se poi a essere catalogato come nemico era un popolo, come accadde ai tartari o anche ai baltici, questo popolo veniva eliminato [...] Comunque non è importante il passato, ma come ciascuno ha fatto i conti con quel passato. I simboli riguardano i regimi, non le persone. Chi apprezza i trascorsi comunisti non può servire la democrazia, ma chi ha criticato i propri errori non può essere considerato colpevole a vita [...] Il simbolo della falce e martello non è stato inventato da Marx, ma da Lenin e Stalin. Se qualcuno condivide quelle idee, ne condivide anche i crimini e il progetto di egemonia mondiale. Da Stalin a Mao a Pol Pot, quello è uno dei simboli del male assoluto” [...]» (Andrea Bonanni, ”la Repubblica” 9/2/2005).