Brani tratti dal Galateo di Giovanni Della Casa, Rizzoli, Milano, 1982, 7 febbraio 2005
Trattato nel quale, sotto la persona d’un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de’ modi che si debbono o tenere o schifare nella comune conversazione, cognominato
Trattato nel quale, sotto la persona d’un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de’ modi che si debbono o tenere o schifare nella comune conversazione, cognominato. Galateo ovvero de’ costumi [II] [...] Dèi sapere che a te convien temperare e ordinare i tuoi modi non secondo il tuo arbitrio, ma secondo il piacer di coloro co’ quali tu usi, e a quello indirizzargli; e ciò si vuol fare mezzanamente perciocché chi si diletta di troppo secondare il piacere altrui nella conversazione e nella usanza pare piuttosto buffone o giucolare, o per avventura lusinghiero, che costumato gentiluomo; sì come, per lo contrario, chi di piacere o di dispiacere altrui non si dà alcun pensiero è zotico e scostumato e disavvenente [...]. Le nostre maniere sieno allora dilettevoli quando noi abbiamo risguardo all’altrui e non al nostro diletto, se noi investigheremo quali sono quelle cose che dilettano generalmente il più degli uomini quali quelle che noiano, potremo agevolmente trovare quali modi sieno da schifarsi nel vivere con esso loro e quali siano da eleggersi [...].