L’Indipendente, 06/02/2005, 6 febbraio 2005
Gli amici del fotografo. Secondo la tradizione le figlie della borghesia dovevano andare a studiare in convento per perfezionare la propria educazione e imparare un mestiere
Gli amici del fotografo. Secondo la tradizione le figlie della borghesia dovevano andare a studiare in convento per perfezionare la propria educazione e imparare un mestiere. Così Eva venne iscritta a un convento delle Dame Inglesi, un ordine religioso cattolico, a Simbach, sulle rive del fiume Inn, lo stesso che scorre tra le case di Braunau, città natale di Hitler. Ottenuto il diploma nel luglio del 1929 iniziò a cercare lavoro. Dopo alcune esperienze fallimentari rispose a un annuncio pubblicitario del fotografo Heinrich Hoffmann. Era, costui, il fotografo ufficiale del Nsdap, il partito nazionalsocialista, nonché l’amico e il confidente del futuro dittatore, e l’autore inconsapevole di una delle foto più famose di sempre, quella in cui si riconosce un venticinquenne Hitler tra la folla esultante nella Odeonsplatz di Monaco il 2 agosto del 1914, giorno della dichiarazione di guerra alla Russia. Ma dei rapporti di Hoffmann con i nazisti Eva non sapeva nulla. Non sapeva nemmeno chi fossero i nazionalsocialisti, aveva solo diciassette anni, e nessun tipo di interesse per la politica. Tuttavia, suo malgrado, i rapporti con gli attori principali di quel gruppo divennero molto frequenti. Il negozio di fotografia, infatti, era nella Schillerstrasse, a Monaco, dove aveva sede anche la tipografia dell’organo ufficiale del Nsdap, il Völkischer Beobachter. Quasi accanto al negozio era situato un ristorante italiano frequentato dai nazisti, l’Osteria Bavaria. Era consuetudine, quindi, che molti esponenti del partito entrassero nel locale dell’amico Hoffmann, anche solo a scambiare due chiacchiere. Eva Braun faceva un po’ di tutto in quel negozio: dal lavorare nella camera oscura al ricevere i clienti. Durante la giornata capitava che entrassero diversi strani personaggi per farsi fare una foto: un coltivatore con gli stivali sempre infangati (Bormann), un uomo molto magro che diceva di essere un allevatore di conigli (Himmler), un omone che entrava soltanto dopo avere comprato l’elisir di lunga vita dalla farmacia di fronte (Hess), un cliente che la spaventava per via di una statuetta di cera raffigurante un rabbino con la corda al collo (Streicher).