Varie, 7 febbraio 2005
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HUMALA Antauro Lima (Peru). Politico. Generale. «[...] Antauro Humana e suo fratello Ollanta [...] diventarono famosi durante l’agonia della dittatura di Fujimori quando si resero protagonisti di un [
HUMALA Antauro Lima (Peru). Politico. Generale. «[...] Antauro Humana e suo fratello Ollanta [...] diventarono famosi durante l’agonia della dittatura di Fujimori quando si resero protagonisti di un [...] atto di ribellione chiedendo le dimissioni del dittatore. Mandati a giudizio e amnistiati, hanno fondato un movimento ultranazionalista che, senza essere di massa, ha ottenuto un certo successo nei settori più poveri e marginali, in particolare tra le centinaia di migliaia di riservisti disseminati nell’intera geografia peruviana. Come in quasi tutto il Terzo Mondo, in Perù sono stati reclutati dall’esercito solo i cittadini più umili, la parte di società che più ha patito le crisi economiche nate da politiche populiste, la corruzione cancerosa e il cataclisma di violenza dei quasi 14 anni di guerra rivoluzionaria scatenata da Sendero Luminoso. I riservisti o ex soldati sono tra coloro che maggiormente soffrono la disoccupazione, la caduta del livello di vita, l’aumento della delinquenza e, per questo motivo, tra di loro, sono assai elevati la frustrazione e il rifiuto d’ogni sistema politico e legale. Non deve meravigliare che la predicazione dei fratelli Humala abbia trovato eco favorevole tra questi peruviani infuriati e delusi. Il movimento dei fratelli Humala si chiama etno-cacerista in omaggio al generale Andrés Avelino Cáceres, che fu presidente del Perù nell’800 e organizzò la guerriglia contro l’occupazione cilena dopo la guerra del Pacifico del 1879, all’insegna del principio razzista che è dogma centrale del suo manifesto: il vero Perù è costituito da un’identità omogenea, l’’etnia cobriza”, e chi non vi appartiene - vale a dire quanti non sono indios o meticci - sono peruviani a metà, in realtà stranieri. Ossia avventurieri sospetti di slealtà e di tradimento verso l’essenza della ”peruvianità”. I fratelli Humala non hanno assunto dal nazismo solo l’idea della purezza della razza. Viene di lì anche l’organizzazione militare dei loro adepti, che tra loro si chiamano ”compatrioti”, indossano uniformi, vanno in giro armati e compiono pubblicamente manovre e pratiche di tiro in nome d’una rivoluzione che, in un’ondata di violenza patriottica, ripulirà tutto il Perù dalle sue stigmate e dai cattivi peruviani. Pure le loro insegne e i loro emblemi sono hitleriani: invece dell’aquila, sui gagliardetti campeggia un condor ad ali spiegate e, invece della svastica, le loro bandiere rosse e nere esibiscono una croce incaica. Il movimento etno-cacerista vuole armare il Perù perché dichiari guerra al Cile e recuperi, così, Arica, la città e il territorio che rimasero ai cileni dopo la guerra del Pacifico. E minacciano anche l’Ecuador in manifestazioni di strada nelle quali gli etno-caceristi sfilano con carabine, moschetti, armi bianche e randelli affinché nessuno possa mettere in dubbio la serietà dei loro disegni. [...] hanno partecipato alla ”presa popolare” della località di Llave, nel Puno, finita con il selvaggio linciaggio del sindaco della città, Cirilo Robles. Difendono la coltivazione e il consumo della coca, considerata il prodotto primigenio del Perù ancestrale, e rifiutano ogni campagna o azione contro le droghe, perché dietro queste operazioni vedono la torva mano dell’imperialismo che intende spogliare il Perù d’uno dei segni fondamentali della nazione. Vogliono ristabilire la pena di morte e nel loro foglio propagandistico hanno pubblicato l’elenco di quanti saranno fucilati nella Piazza d’Armi di Lima quando il movimento s’impadronirà del potere. In essa figurano i dirigenti dei principali partiti politici, membri del congresso, ministri, imprenditori e, in generale, tutti quei neoliberali che hanno ”svenduto la patria” e ”che intende spogliare il Perù d’uno dei segni fondamentali della nazione. Vogliono ristabilire la pena di morte e nel loro foglio propagandistico hanno pubblicato l’elenco di quanti saranno fucilati nella Piazza d’Armi di Lima quando il movimento s’impadronirà del potere. In essa figurano i dirigenti dei principali partiti politici, membri del congresso, ministri, imprenditori e, in generale, tutti quei neoliberali che hanno ”svenduto la patria” e consegnato le nostre ricchezze naturali alla voracità degli sfruttatori stranieri. Tutto ciò può sembrare una pagliacciata, roba da cavernicoli, e senza dubbio lo è. Ma sarebbe un grave equivoco immaginare che, proprio per il carattere primitivo e viscerale delle sua proposta, il movimento etno-cacerista sia condannato a scomparire come un’effimera barzelletta politica da Terzo Mondo. [...] Anche le sedizioni che hanno avuto come protagonista, all’inizio della sua vita politica, il tenente colonnello venezuelano Hugo Chávez e il generale ecuadoriano Lucio Guitierrez sembravano sanguinose pagliacciate senza futuro. Ora entrambi i militari traditori, responsabili del peggior delitto civile, l’insurrezione contro lo Stato di diritto, presiedono, senza che nessuno chieda loro il conto, la graduale decomposizione delle istituzioni e il lento ritorno dei loro Paesi alla barbarie autoritaria. [...]» (Maria Vargas Llosa, ”La Stampa” 7/2/2005).