Varie, 7 febbraio 2005
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Fanning Dakota
• Conyers (Stati Uniti) 23 febbraio 1994. Attrice • «[...] osannata da alcuni come “l’erede di Jodie Foster”. Da altri come “l’ultima vittima di genitori avidi e senza scrupoli, disposti a sacrificare la sua infanzia sull’altare del dio dollaro”. [...] “È l’erede di Jodie Foster e Drew Barrymore — spiega la sua agente Cindy Osbrink — non certo di Macauly Culkin o Haley Joel Osment [...]” [...]. Pur di averla nel cast, i producer di Dreamer hanno riscritto il ruolo del protagonista, facendolo diventare una ragazza. A supervisionare ogni suo minimo respiro, ci pensano intanto papà e mamma (ex venditore di gadget elettronici lui, tennista di serie C lei) che l’hanno messa in mano ad un talent scout quando aveva 5 anni. Per legge i genitori sono obbligati ad investire il 15% dei suoi introiti in un trust; per scelta hanno deciso di non mostrare mai alla figlia gli articoli di giornale che la riguardano. E così Dakota non ha mai letto le spietate recensioni [...] Né i commenti di Tony Scott, regista di Man on Fire, secondo cui “Dakota ha 10 anni ma nell’animo ne dimostra 40”» (Alessandra Farkas, “Corriere della Sera” 7/2/2005) • «[...] ha già alle spalle una carriera da star, oltre al riconoscimento unanime della critica per ogni nuovo film: “Se dobbiamo cercare un’erede di Meryl Streep, è Dakota” . [...] Sul set de La guerra dei mondi Spielberg ha impegnato a tempo pieno, come previsto dalla legge Usa, uno psicologo infantile. Ma lei, occhi vivacissimi, replica subito a chi ha colpevolizzato Hollywood di sfruttamento per la sua carriera aprendo un interessante dibattito oggi in cui i bambini più bravi fanno cassetta come divi e sono sempre più presenti a fianco dei grandi attori per conquistare altre fette del mercato. Dice Dakota: “Tutti mi proteggono sempre sui set, io bado a studiare il personaggio. Nel film di Steven con Tom Cruise sono un’attrice, prima di ogni altra cosa, perché il mio personaggio Rachel non mi assomiglia affatto. Lei urla, ha sempre paura, chiede continua protezione al fratello... Io, se arrivassero i tripodi, i marziani o i terroristi cercherei di mettere in salvo tutti a casa, farei scudo anche al nostro cane e al pappagallo. Mi addolora la vera violenza del mondo, non quella finta dei film” . Al Sundance, tra tutte le super attrici adulte del film Nine Lives, da Robin Wright a Glenn Close, Dakota teneva banco, spiegando la crisi delle donne di mezza età sue partner sullo schermo. “[...] ho avuto come papà Sean Penn, Robert De Niro e il prediletto Tom e in Dreamer ho avuto come magnifico padre Kurt Russell. Comunque, mi sentirò arrivata quando potrò impersonare la figlia o la nipotina di Meryl Streep. Non sarò mai bella come Reese Witherspoon, anche se nel nostro Sweet Home Alabama dovevo interpretare lei da bambina, ma studierò sempre per il mio pubblico”. Lo ha detto anche agli MTV Award, premiata, dopo tanti altri riconoscimenti, come giovane talento. Anche chi è perplesso sui super impegni di Dakota e degli altri richiestissimi miniattori degli studios [...] perde ogni scetticismo di fronte a questa bimba davvero dotata. [...] È sempre sorvegliata, sin da I am Sam, dalla mamma Joy, una signora bionda, gentile, che dichiara contro ogni insinuazione di sfruttamento: “Dakota ha rivelato sin da piccola un solo desiderio: diventare una vera attrice. L’abbiamo aiutata, con tutte le precauzioni. No, non abbiamo avuto tentennamenti per la storia di La guerra dei mondi”. [...]» (Giovanna Grassi, “Corriere della Sera” 8/7/2005).