2 febbraio 2005
Tags : Karen. Bach
Bach Karen
• Nata a Lione (Francia) il 19 gennaio 1973, morta a Parigi (Francia) il 28 gennaio 2005 (suicida). Attrice. «[...] interpretò Nadine, la porno star di Baise-moi. Scopami, il film che ha destato scandalo nel 2000. [...] 32 anni intensi, segnati da incontri devastanti e scelte rischiose. Nata a Lione da famiglia borghese, dopo gli studi commerciali incontra colui che crede il grande amore. Lo sposa, lui ama spendere, si riempiono di debiti. ”Un paio di film porno in coppia, solo noi due insieme” propone lui, lei accetta. La coppia si rompe, finisce in divorzio, ma la carriera nel porno funziona. Con la sua bellezza discreta, la voce roca e avvolgente, Karen Bach diventa una star dell’hard, con lo pseudonimo di Karen Lancaume o Angel Paris gira una trentina di film, titoli come Il castello dei desideri, Un’americana a Parigi, L’amantide religiosa. La svolta è nel 1999, l’incontro con la Despentes, che la sceglie con Raffaella Anderson per interpretare Nadine e Manu, le due donne che in Baise moi vivono di sesso e di sangue, versione hard di Thelma & Louise che si vendicano dello stupro subìto seducendo gli uomini e poi uccidendoli. Il film, definito ”punk-anarchico-femminista” dall’autrice, in Francia fu un caso politico, la destra indignata contro la sinistra libertaria e al quale Marco Muller, nel 2000 direttore di Locarno, offrì la dignità del concorso del festival. Per la Bach fu l’occasione per uscire dal ghetto del porno ed entrare nel sogno del cinema ”normale”. Lo disse nelle interviste: ”Arriva un momento in cui smetti o crepi. Troppe volte ti ritrovi su un set gelido, coperta di sperma e morta di freddo. E nessuno ti aiuta perché quando hai girato la tua scena non vali più niente”. Raccontò anche di uno stupro subito, dell’incubo della droga, del disgusto verso gli uomini ”incapaci di dolcezza e di comprensione”. Il cinema è rimasto un sogno, Karen Bach non è più tornata su un set, ma non sembrava delusa, aveva amici, faceva progetti, pensava a un futuro diverso [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 2/2/2005).