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 2005  febbraio 02 Mercoledì calendario

CAPPIELLO Agata Alma Milano 16 gennaio 1948, Milano 7 novembre 2006. Politico • «[...] icona craxiana nel suo massimo punto di condensazione, femminile e milanese [

CAPPIELLO Agata Alma Milano 16 gennaio 1948, Milano 7 novembre 2006. Politico • «[...] icona craxiana nel suo massimo punto di condensazione, femminile e milanese [...] Riemersa dalle nebbie della memoria, un’immagine s’è frantumata. Quella dei più begli occhi da pasionaria craxiana che si siano mai visti, a partire dagli anni Ottanta. Anzi, ”proprio un Craxi in gonnella, decisionista, ambiziosa, presenzialista”, dicevano di lei i compagni quando nell’87 a 39 anni arrivò in Parlamento, anche se forse il tratto era solo milanese, essendo che ricopriva pure gli incarichi di consigliere comunale e presidente della cittadina commissione per i diritti civili e femminili. Quella di lei che distribuiva, uno per uno, garofani rossi ai compagni in onore di Bettino, commemorato con visita sulla tomba di Turati e della Kuliscioff. Quella di lei che accusa Ottaviano Del Turco di ”svendere sottocosto il partito a un polo massimalista che nulla ha a che vedere con le nostre tradizioni democratiche”. Certo, ci si può ricordare di lei che dà della ”maschietta” a Emma Bonino (nel 1993) per difendere l’emendamento-panda a tutela del sesso politicamente più debole. Oppure il ”Codice donna”, summa e compendio del diritto interno ed internazionale in materia. Oppure un libro sulla questione femminile in politica, Infrangere il tetto di vetro [...]» (Antonella Rampino, ”La Stampa” 1/2/2005) • «’Quanto siete ignoranti”. Lo diceva sorridendo, Alma Agata Cappiello, quando anche in un partito ”libertario e libertino” (parola di Paolo Pillitteri) come il Psi anni Ottanta la sua passione fiammeggiante per i diritti meno tradizionali – donne, ma anche coppie omosessuali – veniva trattata con qualche condiscendenza di troppo: ”Sono queste le cose che contano. Quelle che fanno la differenza tra una società moderna e quella di un Paese in via di sviluppo”. [...] Milanese ma di famiglia napoletana, avvocato, l’aria socialista l’ha respirata fin da bambina: suo padre era amico del padre di Bettino Craxi. E del craxismo, parola sempre di Pillitteri, lei ”rappresentò l’ala più sensibile ai cambiamenti e attenta ai bisogni nuovi che si manifestavano nella società”. La sintesi della sua esperienza può essere tratta dalle parole del presidente Giorgio Napolitano, che ha ricordato come Cappiello abbia ”legato il suo nome a generose battaglie per i diritti civili contribuendo con il suo ricco bagaglio culturale e di esperienza politica all’avanzamento della condizione femminile, all’affermazione di una effettiva parità e al consolidamento della democrazia dell’alternanza”. Nel 1985 entra, numero due in lista dopo Carlo Tognoli, nel consiglio comunale milanese, due anni più tardi sarà eletta in Parlamento. Nel 1988, firma il primo progetto di legge sulle unioni di fatto, che susciterà una severa reazione del Vaticano. Insieme con la senatrice Elena Marinucci, sua autentica ”madre politica”, raccolse tutta la giurisprudenza italiana e internazionale riguardante i temi femminili, il ”Codice donna”. Nel 2004, con una lettera aperta apparsa sulla prima pagina de l’Unità, aderì ai Ds: ”Spiegava – dice Bobo Craxi – che il destino dei riformisti era quello di riunirsi in un’unica casa”. Elena Marinucci questa scelta non l’ha fatta: ”Non me la sono sentita. Ma a chi ama la politica, se bruciano la casa, deve trovarne un’altra”. Piero Fassino non è stato formale: ”Ci ha lasciato una persona tenera e forte, un’amica delle donne, un’appassionata dirigente del riformismo socialista. Le sue idee vivranno nel lavoro e nell’impegno delle democratiche e dei democratici di sinistra”. ”Peccato solo – commenta Marinucci – che i Ds non le abbiano dato quel ruolo che avrebbe davvero meritato” [...]» (Marco Cremonesi, ”Corriere della Sera” 8/11/2006).