da "Lettere dalle case chiuse" a cura di Lina Merlin e Carla Barberis, Edizioni Avanti!, Milano-Roma 1955, 1 febbraio 2005
Contributi. Illustrissima Senatrice Merlini, Sicure di essere esaudite siamo di quelle disgraziate delle case chiuse
Contributi. Illustrissima Senatrice Merlini, Sicure di essere esaudite siamo di quelle disgraziate delle case chiuse. Noi la preghiamo lei che tutto comprende le nostre disgrazie a volere che anche noi possiamo pagare i nostri contributi delle assicurazioni Previdenza Sociale. In questo tempo faremo economia da poter pagare anche il tempo arretrato che all’età di 55 anni si possa avere almeno assicurato la pigione di una misera stanzetta e un piatto di minestra. Noi che tutti ci guardano male. Tempo fa mi recai alla casa di pena a Venezia-Giudecca e mi fu detto dalle suore che pure lì le detenute che hanno commesso i più orrendi delitti anno il suo libretto di lavoro con le rispettive marchette. Noi non domandiamo la carità ma di pagare per essere sicure. Fiduciose del suo interessamento. Doverosi ossequi con mille ringraziamenti ci firmiamo. Alcune ragazze traviate Mi raccomando di poter essere in appoggio che tutto dipende da lei. Molte grazie. Le saremo certo riconoscenti se ci può aiutare. Alcune disgraziate