Danilo Mainardi, Corriere della Sera 12 dicembre 2004., 12 dicembre 2004
Vespe macchiate. Le vespe cartonaie (Polestes dominulus) si chiamano così perché con la cellulosa si costruiscono un nido a forma di fiore provvisto di un picciolo con cui viene saldato a una pianta, una tegola, un muro
Vespe macchiate. Le vespe cartonaie (Polestes dominulus) si chiamano così perché con la cellulosa si costruiscono un nido a forma di fiore provvisto di un picciolo con cui viene saldato a una pianta, una tegola, un muro. Queste bestiole hanno la parte frontale del capo (clipeo) provvista di un numero variabile di macchie nere. Si va dai clipei fitti di macchie, dunque quasi neri, a clipei che ne sono del tutto sprovvisti, dunque tutti gialli. Due etologi americani, Elisabeth Tibbetts della Cornell University e James Dale della della Burnaby University (Canada) hanno ora scoperto che quelle macchie sono un’indicazione di stato sociale. Chi ha più macchie, cioè, assume di norma una posizione dominante nella piccola di gerarchia di femmine che collaborano nel costruire il nido e soprattutto nel riprodursi. Gli etologi hanno dimostrato che in generale i segnali di stato sociale sono ”onesti”: al gran numero di macchie corrispondono adeguate caratteristiche fisiche e comportamentali. La presenza delle macchie facilita perciò l’assestamento sociale, facendo risparmiare ai vari individui combattimenti inutili dall’esito totalmente prevedibile. Ma che succede, si sono chiesti i due autori, se qualche individuo indossa ”segnali disonesti”? Hanno allora dipinto, su vespe dal clipeo immacolato, differenti quantità di macchie. Risultato: tutte le vespe coi segnali ”disonesti” venivano smascherate e aggredite dalle compagne.