Magdi Allam, ཿCorriere della Sera 27/1/2005. Pagg.1-2, 27 gennaio 2005
Secondo un sondaggio effettuato da un istituto di ricerche iracheno (su commissione dell’International Repubblican Institute, finanziato dal Congresso americano) su un campione di 1903 persone distribuite sul territorio nazionale (con l’esclusione di Mosul e Dohuk) emerge che il terrorismo preoccupa solo il 15 per cento degli uomini e il 22 per cento delle donne
Secondo un sondaggio effettuato da un istituto di ricerche iracheno (su commissione dell’International Repubblican Institute, finanziato dal Congresso americano) su un campione di 1903 persone distribuite sul territorio nazionale (con l’esclusione di Mosul e Dohuk) emerge che il terrorismo preoccupa solo il 15 per cento degli uomini e il 22 per cento delle donne. In ordine crescente c’è il caro-vita, la presenza delle forze multinazionali, le elezioni, le infrastrutture, la criminalità, la sanità e, al primo posto, la disoccupazione. Quest’ultima preoccupa il 46 per cento degli uomini e il 43 per cento delle donne. complessivamente il 48,6 per cento degli intervistati ritiene che l’Iraq stia andando nella giusta direzione (la pensa diversamente solo il 39,2). Per gli otttimisti la ragione si deve al fatto che l’Iraq sta dando vita a una democrazia (23,6), ha rimosso il passato regime (20,1), si è dotata di un governo iracheno (16,1), ha accresciuto la libertà (13). Per chi invece ritiene che l’Iraq stia andando nella direzione sbagliata, ciò si deve alla difficile situazione della sicurezza (56,7), alla presenza delle forze di occupazione (15,5), alla situazione instabile (12,2). Il sondaggio è rintracciabile sul sito www.iri.org