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 2005  gennaio 27 Giovedì calendario

PARISI Giorgio

PARISI Giorgio Roma 4 agosto 1948. Fisico. Docente dell’università di Roma La Sapienza e accademico dei Lincei. Già vincitore della Medaglia Boltzmann e della Medaglia Dirac, nel 2010 (consegna a marzo 2011) premiato con la medaglia Planck (uno dei più prestigiosi riconoscimenti scientifici dopo il Nobel, terzo italiano dopo Enrico Fermi e Bruno Zumino) per i suoi lavori nei campi della fisica delle particelle elementari, della fisica dei sistemi complessi, la fisica dei campi quantici e la fisica statistica • «[...] candidato più volte al Nobel per la Fisica, è il maestro indiscusso della “teoria del caos”. Cosa vuol dire? Chiude gli occhi, aggiusta il ciuffo, sistema la giacca color cammello chiaramente demodé. E dice: “Cerco le regole dei sistemi caotici, modelli matematici che spiegano lo sviluppo di cose complesse come il comportamento dei fluidi, le proprietà dei materiali, il volo degli uccelli”. Il volo degli uccelli? “Sì, gli storni. Fanno delle evoluzioni incredibili in cielo e vogliamo studiarle, anzi a proposito...”. [...] Eccola qui la bellezza della fisica. Una valanga di numeri, formule incomprensibili, equazioni impenetrabili e poi (paffete) l’applicazione pratica: da quelle terribili, la bomba atomica, a quelle sublimi, i transistor di radio e telefonini. Gli storni sono solo uno degli esempi: “Ha presente una candela accesa? La cera si scoglie e sembra scendere regolarmente verso il basso. Bene, supponiamo di poter guardare al microscopio quel movimento: la cera scende con una serie di terremoti che sono sempre meno frequenti e meno intensi fino al momento in cui diventa solida”. L’applicazione pratica? “Lo stesso modello matematico regola la volatilità sui mercati finanziari. Beninteso, non ci permette di capire se il giorno dopo un titolo aumenterà oppure scenderà. Ma ci consente di predire se il suo valore cambierà di parecchio. In questo modo le banche possono stimare il rischio dei loro investimenti”. Che da grande voleva fare il fisico il professor Parisi [...] premio Nonino 2005 — lo ha deciso a 18 anni. “Mio padre spingeva per ingegneria ma lì non ci sono sorprese, non c’è fantasia. L’importante è fare ciò che piace. Quando mia figlia ha scelto Scienza della comunicazione, non ho battuto ciglio”. [...] ha ricevuto tante offerte dall’estero: il Cern di Ginevra, l’Ecole Normale Supérieure di Parigi. “È vero, avrei guadagnato molto di più ma Ginevra è una città noiosa. Mentre a Parigi avrei dovuto fare il direttore del dipartimento e avrei avuto una serie di seccature burocratiche che proprio non sopporto. Alla fine in Italia non si sta male, con mia moglie abbiamo deciso di rimanere qui”. Genio, follia, qual è la differenza? ”Sia il genio che il folle hanno degli occhiali che permettono di vedere le cose in modo diverso dagli altri. Quando tornano a casa e vanno a fare la spesa, il genio è in grado di togliersi gli occhiali. Il folle no”» (“Corriere della Sera” 27/1/2005). «Investiga la musica del cuore nel profondo dei pàlpiti. Vuol carpire agli stornelli in volo le segrete strategie acrobatiche delle loro fitte formazioni.[...] pioniere della complessità, indagatore del caos, continua a “ricercare il prossimo filo di Arianna del labirinto del nostro esistere”. [...] ha insegnato alla Columbia di New York e all’Ecole Normale Supérieure di Parigi. Alla Sapienza dirige il centro di ricerca Statistical Mechanics and Complexity. Lettore di romanzi e libri di storia, appassionato sciatore [...] “Il nonno era un costruttore. Quando è morto, mio padre aveva 24 anni, ha vissuto di rendita fino a quando non sono nato io e si è messo a lavorare: funzionario alla Cassa del Mezzogiorno. Voleva fare ingegneria, ma doveva superare un esame integrativo. Sbagliò un congiuntivo francese, diventò dottore commercialista. La mamma era casalinga, metà romana e metà umbra. Mia moglie Daniella Ambrosino è una classicista. [...]» (Alberto Sinigaglia, “La Stampa” 27/1/2005).