Alberto Crespi, l’Unità 26/1/2005, pag. 21., 26 gennaio 2005
Un aneddoto su "Le mani sulla città" di Francesco Rosi raccontato dal fratello Massimo, architetto che fece da consulente per le riprese: «Il palazzo crollò la mattina presto
Un aneddoto su "Le mani sulla città" di Francesco Rosi raccontato dal fratello Massimo, architetto che fece da consulente per le riprese: «Il palazzo crollò la mattina presto. Noi ci avevamo lavorato di notte, nessuno se n’era ccorto. I pasanti pensarono fosse un crollo vero. Si fermò il traffico, ci fu un fuggi fuggi generale, gente che accorreva, svenimenti. Accorsero i pompieri, che erano stati allertati: un loro automezzo era parcheggiato a poche centinaia di metri dal palazzo. E fu allora che Franco tolse il panno nero che nascondeva la macchina da presa principale, una 300 Mitchell piazzata su un camion e disse: "E adesso facciamo il cinematografo"».