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 2005  gennaio 09 Domenica calendario

Per le donne. I divieti toccarono anche e soprattutto le donne, s’intende. «Donne fumatrici, donne perdute» diceva Baudelaire

Per le donne. I divieti toccarono anche e soprattutto le donne, s’intende. «Donne fumatrici, donne perdute» diceva Baudelaire. Sebbene alla fine del XVII secolo quasi tutte le donne fiutassero tabacco, in molti ambienti fumare per le signore equivaleva a rovinarsi la reputazione. Le signore che vivevano nelle colonie furono le prime a fumare apertamente. In Oriente era un’abitudine: paradossalmente le donne musulmane rinchiuse e segregate potevano fumare. E le donne lottarono per questo diritto molto tempo prima di lottare per il diritto al voto e prima di costituire qualunque movimento femminista. Basti pensare che nel 1979 migliaia di donne si riunirono all’Università di Teheran per fumare e protestare contro il regime komeinista che vietava loro l’uso di sigarette. Si è poi creato un connubio tra fumo e erotismo. Il connubio donna e sigaretta ha suggerito immagini di licenziosità, poi sponsorizzate anche dal cinema di Hollywood. Greta Garbo, Bette Davis e Marlene Dietrich, modelli seduttivi senza tempo, avevano nella sigaretta, stretta tra le dita affusolate o appoggiata sulle labbra rosse, un elemento che le rendeva ancora più inquietanti e misteriose. Alla fine del XIX secolo la donna che fuma viene socialmente accettata purché non si tratti di pipa o sigaro. Nel Manuale del fumatore, del coltivatore ed annasatore di tabacco di Giacomo Sormanni del 1866 si dice esplicitamente che «le signore col sigaro in bocca fanno una cattiva impressione». Così se nel XIX secolo solo il movimento di emancipazione aveva usato il fumo come simbolo dimostrativo, per esempio con le Vésuviennes, esaltate politiche che fumavano per dimostrare il proprio rifiuto per la morale corrente, nel XX secolo la sigaretta si presenta come un requisito tipicamente femminile. Dopo la Prima guerra mondiale le donne fumarono con molta più libertà. La Spagna le trattava in modo oppressivo, ma nessuno obbiettava se fumavano, probabilmente per lo stato di isolamento in cui vivevano. Ma anche qui le prime a fumare in pubblico furono signore dalla dubbia reputazione. In Russia le donne sono state a lungo isolate: ma nel XIX secolo le signore dell’alta società dimostrano un alto grado di emancipazione e imitano le mode occidentali. Si racconta di una principessa russa che andava a caccia nella foresta portando come unica compagnia una sacca piena di sigari. Nella Germania di Hitler, che odiava il fumo, tra le due guerre furono esposti cartelli in alberghi e ristoranti: «La donna tedesca non fuma». Si temeva che la fumatrice potesse contaminare la razza ariana, generando bambini problematici a causa del fumo. Risultato: all’epoca, dopo l’Inghilterra, la Germania era il Paese con la più alta percentuale di fumatrici.