?, 22 gennaio 2005
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HORAN Neil. Nato a Scartaglen (Irlanda) il 22 aprile 1947. Prete. «L’uomo di Silverstone 2003, l’uomo della maratona di Atene 2004
HORAN Neil. Nato a Scartaglen (Irlanda) il 22 aprile 1947. Prete. «L’uomo di Silverstone 2003, l’uomo della maratona di Atene 2004. Inconfondibile, nel bizzarro costume irlandese, il kilt arancio, il panciotto e il berretto verde smeraldo. L’alta uniforme delle sue imprese tragicomiche, dei momenti di follia in Mondovisione. Padre Cornelius Horan [...] Non era ”spretato” Neil Horan, contrariamente a tutte le storie che così lo hanno descritto. Ma dal 1994, dicono in curia a Southwark, non esercitava più il ministero sacerdotale. Per ragioni di salute. E non solo. [...] Neil Horan è nato nel 1947 a Scartaglen, nella contea di Kerry, Repubblica d’Irlanda, ed è stato ordinato sacerdote nel 1973 a Killarney. Subito dopo si è trasferito a Londra, svolgendo il suo ministero nell’arcidiocesi di Southwark, con la nomina a parroco di Bexley, nel Kent. Padre Horan ha presto sviluppato un intenso interesse per le profezie evangeliche, avvicinandosi a gruppi come la Compagnia apostolica di Cristo, emanazione dei Cristadelfi (fratelli di Cristo), una piccola ”chiesa” fondata nel 1861. ”La Bibbia preannuncia grandi eventi che ancora debbono verificarsi - scriveva nel 1985 in Un nuovo mondo glorioso - , ma già si scorgono i segni degli eventi straordinari che incombono”. Non si definiva un profeta, ma insisteva sull’interpretazione dei passaggi biblici per anticipare e comprendere la storia. Poi sono cominciati gli attriti con i vertici ecclesiastici londinesi e le crisi depressive. Padre Horan ha scritto altri libri, opuscoli e proclami. Ha cercato un podio per avvertire i politici, i governi della necessità di comprendere le Scritture per evitare di portare il mondo alla catastrofe. Finché, il 20 luglio 2003, il mondo si è accorto di lui. Le centinaia di milioni di telespettatori del GP d’Inghilterra di F. 1 non potevano immaginare che fosse un prete cattolico quel pazzo scatenato entrato in pista sul rettilineo dell’Hangar, uno dei tratti più veloci di Silverstone. ”Toreava” con le monoposto che gli sfrecciavano attorno. ”Non volevo causare danni alla gara - ha poi detto alla polizia - . Ma tutti i miei tentativi di avvertire i politici e i media non hanno avuto ascolto”. Ci aveva già provato a Wimbledon, durante un break al torneo di tennis. Altri tentativi indolori nel rugby e nel cricket e davanti al Parlamento di Westminster. ”Avevo comprato da tempo un biglietto per il Gran Premio, ma non avevo alcuna intenzione di entrare in pista - ha confessato - . Finché ho visto un cancello di sicurezza aperto: un segno divino”. Per sei settimane ha atteso in cella il processo. Al tribunale di Northampton l”avvocato difensore ha ricordato che il suo cliente, in cura per la depressione, era incensurato: ”Riconosce di aver commesso un grave errore. Voleva dimostrare al mondo le sua fede nella Bibbia”. Condannato a due mesi di prigione, è stato rimesso in libertà, anche in base alla testimonianza di un ufficiale giudiziario: ”Le probabilità che ripeta un gesto del genere sono molto esigue”. Esigue quanto 13 mesi: Atene, 29 agosto 2004. Il brasiliano Vanderlei Cordeiro Lima corre verso l’oro della maratona. Ma a 5 chilometri dal traguardo viene travolto dall’irlandese in costume che sbuca come un genio perfido delle brughiere per togliergli ogni speranza di vittoria. Vince Stefano Baldini, Lima deve accontentarsi del bronzo e della medaglia speciale del Cio per ”l’eccezionale dimostrazione di fair play”. ”L’apparato di sicurezza per la gara era quasi inesistente - dice Neil Horan alla tv irlandese - non volevo trascinare l’atleta tra la folla, ma le mie profezie debbono arrivare a una platea mondiale”. Per l’assalto si era appeso addosso un cartello: ”Il prete Grand Prix. La Bibbia dice che si compirà la profezia d’Israele”. Il giudice greco lo condanna a 12 mesi con la condizionale, 3000 euro di ammenda e gli vieta di presenziare a tutti i futuri eventi sportivi nel Paese. In novembre Horan scrive a Lima, chiedendogli di incontrarlo. ”Caro Vanderlei, sono intervenuto nella maratona per richiamare l’attenzione del mondo sulla Bibbia e per prepararlo alla seconda venuta di Cristo. Vorrei incontrarti a San Paolo del Brasile perché meriti le mie scuse”. Lima rifiuta: ”Non voglio incoraggiarlo a riprovarci”. Ma le vicende giudiziarie di Horan passano anche per un più sordido processo. A fine ottobre 2004 è sul banco degli imputati all’Old Bailey, accusato di molestie sessuali a una bambina di 7 anni. Lo ha denunciato la presunta vittima, ora ventenne, per episodi che sarebbero accaduti tra il 1990 e il ’92. Nel dibattimento emergono particolari scabrosi, ma il tribunale assolve il prete. [...]» (Giancarlo Galavotti, ”La Gazzetta dello Sport” 22/1/2005).