Varie, 20 gennaio 2005
ESPOSITO
ESPOSITO Lello Napoli 10 maggio 1963. Scultore • «La scena del delitto: gli ha spaccato la testa, facendo del cranio un piatto colmo di spaghetti. L’ha crocefisso su un’enorme tela, lasciandogli ronzare intorno, come mosche, le anime del purgatorio e il busto fiammeggiante di San Gennaro. L’ha incatenato a una vecchia scala da imbianchino, perché restasse lì a marcire. Il movente: passionale. La vittima: Pulcinella, maschera di Napoli, logo consunto d’una città stracciona, emblema di un indigesto folklore, ma anche scintilla vitale di un passato necessario per coniugare il presente. [...] ”[...] mi sento artista a tutti gli effetti. Non ho fatto l’accademia e ho preso il diploma di terza media a 17 anni: sono un autodidatta, quindi ho bisogno di sbagliare per imparare [...] Pulcinella per me è solo un contenitore, un compagno di viaggio che mi permette di sfidare i segni più antichi della città” [...] Scrisse una volta Massimo Troisi: ”Non ho mai visto la mia anima. Entrando nello studio di Lello Esposito, ne ho almeno sentito l’odore” [...] ”Mio padre era un fognatore comunale, amava la sua città, il suo mestiere. Ci ha trasmesso l’orgoglio della nostra storia [...] Per lavorare doveva immergersi nelle viscere di Napoli. E scendeva scale e scale [...]”» (Enzo D’Errico, ”Sette” n. 49/1999).