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 2004  settembre 12 Domenica calendario

La grande guerra. Con la prima guerra mondiale molti territori conquistati vengono persi, data l’urgenza per l’Italia di distogliere uomini e mezzi dal territorio libico per convogliarli sull’altro fronte

La grande guerra. Con la prima guerra mondiale molti territori conquistati vengono persi, data l’urgenza per l’Italia di distogliere uomini e mezzi dal territorio libico per convogliarli sull’altro fronte. Ci si convince della necessità di affiancare ai mezzi militari quelli basati sulla collaborazione e su forme amministrative che favoriscano la partecipazione politica degli autoctoni. Queste però, nella maggior parte dei casi, restano lettera morta. L’alternanza tra repressione e collaborazione caratterizza il periodo coloniale prefascista e culmina nel 1919 nella concessione degli Statuti, forme di autogoverno esemplari se non fosse che si tratta, purtroppo, solo di enunciazioni teoriche cui fa eccezione il parlamento della Cirenaica, che dal 1921 al 1923 funziona regolarmente. La sua importanza nella storia è notevole, e rappresenta il momento di massima cooperazione con i popoli colonizzati. Dall’altro lato, il periodo di repressione più dura si raggiunge con la decisione di utilizzare gas lacrimogeni e asfissianti, a conflitto mondiale concluso, una volta constatato che gli abitanti di Tripolitania e Cirenaica sono ancora pronti a combattere. il momento del bastone e della carota. Concessioni a chi tratta, durezza con chi resiste. Una politica che non riesce a esprimersi compiutamente perché congelata dal nuovo regime fascista, che invalida tutti gli accordi precedentemente presi. Il risultato è la seconda guerra italo-senussita, destinata a concludersi con la vittoria delle truppe del generale Graziani, che nel 1928 fa di nuovo ricorso alle infami armi chimiche, passate alla storia come ”i gas di Mussolini”. La resistenza è debellata solo nel 1931, anno in cui il capo dei Senussi è giustiziato davanti a 20.000 persone.  la vittoria. Però è costata troppo: si è dovuto costruire un reticolato al confine con l’Egitto per ostacolare i contatti con quel Paese; circa 100.000 libici sono stati deportati in campi di concentramento, e la maggior parte di questi disgraziati non farà mai più ritorno a casa, vengono eseguite centinaia di condanne a morte anche per reati non gravi o per semplici sospetti. Il cosiddetto ”imperialismo dal volto umano”, a questo punto ha già mostrato un brutto grugno. Nel 1931 dunque il sogno italiano della ”Quarta Sponda” è realizzato e la terra libica è pronta a accogliere flussi di capitali che diventano consistenti nel corso degli anni Trenta.