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 2004  settembre 12 Domenica calendario

Guantanamo pontina. Grande risonanza riscontrano in quegli anni le deportazioni dei prigionieri di guerra nelle carceri di Ponza e Ustica

Guantanamo pontina. Grande risonanza riscontrano in quegli anni le deportazioni dei prigionieri di guerra nelle carceri di Ponza e Ustica. Costretti in condizioni al limite della sussistenza, dopo avere trascorso tutta la vita all’aria aperta da nomadi, in un clima caldo come quello africano, una volta esposti agli umidi inverni delle nostre isole, relegati in quattro mura, i prigionieri libici spesso impazziscono. E se non perdono la testa perdono la salute: nel carcere di Ustica, a esempio, dilaga un’epidemia di colera, favorita dalla miseria e dalle condizioni igieniche disastrose. All’estero si indignano: nessuno prima di allora ha mai trattato i prigionieri di Stato così barbaramente come l’Italia. I libici intanto continuano a combattere, anche con metodi non ortodossi: i beduini delle zone desertiche si danno di frequente a fenomeni di brigantaggio prendendo d’assalto pure le carovane indigene a servizio degli italiani. La nostra reazione è la solita: esecuzioni e devastazione dei villaggi. la politica della terra bruciata. Arriviamo a cospargere i campi coltivati di liquido incendiario, oppure li devastiamo con l’esplosivo. Le nostre rappresaglie hanno come risultato quello di affamare le popolazioni, a un punto tale che si verificano episodi di cannibalismo.