Lettere estratte da R. Monteleone, "Lettere al Re", Editori Riuniti, Roma 1973, 18 gennaio 2005
Ecatombe trentina. Permettete, Sire, che interpreti con queste righe l’unanime pensiero del partito dell’ordine della Metropoli Lombardia e che a nome di cotesto partito vi dica schiettamente: Noi non vogliamo la guerra! I nostri padri l’hanno combattuta un giorno contro l’Austria ma hanno trovato opportuno di stringere con essa un’alleanza che procacciasse al nostro paese tranquillità e sicurezza
Ecatombe trentina. Permettete, Sire, che interpreti con queste righe l’unanime pensiero del partito dell’ordine della Metropoli Lombardia e che a nome di cotesto partito vi dica schiettamente: Noi non vogliamo la guerra! I nostri padri l’hanno combattuta un giorno contro l’Austria ma hanno trovato opportuno di stringere con essa un’alleanza che procacciasse al nostro paese tranquillità e sicurezza. I nostri Padri hanno fatto l’Italia ma i figli loro non devono disfarla! (...). Non sacrificate un’ecatombe di vite fiorenti per una piccola terra irredenta! Per salvare quei fratelli noi non doppiamo esporci a perderne il doppio, il triplo! Poiché voi lo sapete meglio di noi che cosa significhi una guerra nel Trentino, com’esso sia imprendibile colle sue giogaie fortificate e contro le quali non serviranno truppe numerose e fresche (...) eppoi come se non bastasse non s’impaurisce il fantasma che s’erge dietro lo sfondo delle montagne il fantasma della Germania. Eppoi siete voi sicuro che la maggioranza dei Trentini aspiri realmente a diventar italiana? (...) La faremo noi la rivoluzione se ci trascinate alla guerra, noi, conservatori sudditi fedeli della monarchia (...). Eppoi vi prego imponete una buona volta silenzio al nostro foglio milanese al Corriere. Tutti qui lo disapprovano ma nessuno ha voce in capitolo (...). Un conservatore, Milano, 4/2/1915